Manifestazioni 8 marzo, il corteo di «Non una di meno» attraversa le strade di Milano. Slogan contro Piantedosi e Montanelli – Il video
Le strade di Milano sono state oggi, 8 marzo, attraversate dal corteo cittadino organizzato dal movimento femminista e transfemminista Non una di meno, in occasione della Giornata internazionale della donna. Tante le rivendicazioni dei partecipanti, dall’appello contro i femminicidi alla richiesta di «reddito e casa per tuttə» e di aborto libero, sicuro e garantito. Oltre un migliaio di manifestanti si è riunito davanti alla stazione Centrale intorno alle 18.30, dove alcune performer si sono esibite in una «danza contro i valori del patriarcato», cominciata con mani e piedi legati a una croce con scritto «Dio, patria, famiglia». La manifestazione è stata inaugurata inoltre da grida di condanna contro le dichiarazioni del ministro degli Affari Interni Piantedosi in merito al naufragio di Cutro, definite «inaccettabili»: «Rispondiamo “no caro ministro, non dovevano morire”». In testa al corteo, diretto a piazza della Scala, appare uno striscione che recita: «Contro la violenza maschile sulle donne e di genere». Cinque attivisti hanno acceso altrettanti fumogeni rossi davanti al palazzo della Regione Lombardia. Sul muro dell’edificio hanno attaccato alcuni fogli recanti scritte contro la sanità regionale, tra cui: «Fontana, Conte, Gallera, Speranza, Guerra: non dimentichiamo i 45mila morti per Covid», «la privatizzazione della sanità da parte della regione uccide» e «solo l’8,2% degli ospedali in Lombardia permettono uso della pillola Ru486».
«Giù la statua»
Arrivate davanti all’ingresso dei giardini di Porta Venezia, intitolati a Indro Montanelli, le attiviste hanno acceso diversi lacrimogeni viola e hanno lanciato slogan contro il giornalista. «Questa statua verrà giù», hanno detto al megafono, «non sappiamo bene quando e in che giorno, ma la statua verrà giù». La statua era stata imbrattata di vernice rosa durante la manifestazione dell’8 marzo 2019. Davanti all’ingresso del parco è stato poi fissato uno striscione: «Stupro, pedofilia e colonialismo non sono “errori”», e una targa, che ha ribattezzato il parco Giardini di Porta Venezia.
Video: Ygnazia Cigna per OPEN