Schlein su Meloni: «Intendiamo politica e leadership diversamente, ma non escludo collaborazione»
La premier Giorgia Meloni e la neo segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, nell’arco di pochi mesi, sono riuscite a ribaltare la tradizionale leadership maschile in Italia. La prima diventando la prima presidente del Consiglio nella storia della Repubblica italiana, la seconda divenendo la prima segretaria del Partito Democratico e leader dell’opposizione. Un partito che, sin dalla sua nascita e nel corso degli anni, ha visto susseguirsi ben nove segretari. E la segretaria dem, ospite del programma Start, su SkyTG24, in occasione della Giornata internazionale della donna, ha sottolineato che ha dichiarato di aver apprezzato «che la premier mi abbia chiamato non appena si sono concluse le primarie», sottolineando che «abbiamo modi diversi di intendere politica e leadership, ma questo non vuol dire che non ci possano essere terreni comuni nel gestire alcuni temi, come la violenza sulle donne». E Schlein non risparmia critiche alla presidente del Consiglio: «Non ci aiuta un premier donna se non entra nell’ottica di aiutare la vita delle donne tutti i giorni. Il soffitto di cristallo non si rompe da sole, se la maggioranza delle donne non lo vede il soffitto, perché soffocate da una cappa di discriminazione».
Quanto all’uso della premier della stessa citazione impiegata da Schlein per commentare la vittoria delle primarie («Non ci hanno visto arrivare», titolo del saggio della scrittrice femminista statunitense Lisa Levenstein), la segretaria dem ha osservato: «È una cosa che ho detto quando abbiamo visto il risultato delle primarie: anche stavolta non ci hanno visto arrivare. È la citazione di un libro importante, di una femminista americana. Probabilmente – commenta Schlein – io e Meloni lo intendiamo in modi diversi, lo ha chiarito l’autrice stessa del libro. Io dico: si fa una fatica maggiore a fare tutto, da donne». E la segretaria del Pd ha aggiunto: «Molte discriminazioni sono da combattere con normative che agevolino la piena parità di genere, ma anche con un grande lavoro culturale. Non si combattono gli stereotipi sessisti se non inizieremo con una grande battaglia culturale, agendo prima che le differenze diventino diseguaglianze».
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