Zurigo, a processo quattro banchieri: «Hanno nascosto 50 milioni di dollari di Putin»
È iniziato oggi a Zurigo, in Svizzera, il processo a carico di quattro banchieri accusati di aver accettato il deposito di ingenti somme di denaro riconducibili al presidente russo Vladimir Putin. I quattro imputati sono il russo Roman Abdulin, responsabile della filiale svizzera di Gazprombank, e altri tre dipendenti dell’istituto, di cui uno svizzero. L’accusa dei pm è di aver favorito il deposito di fondi, probabilmente controllati dal leader del Cremlino, senza aver approfondito la reale provenienza. Tra il 2014 e il 2016, Sergei Roldugin – direttore d’orchestra al Mariinsky di San Pietroburgo, conosciuto con il soprannome di «violoncellista di Putin» – avrebbe depositato nella filiale di Zurigo oltre 50 milioni di dollari, senza che i responsabili della banca si preoccupassero di accertarne l’origine. Ed è sulla base di questo omesso controllo che ai quattro banchieri viene contestato un reato finanziario.
Le accuse
La vicenda è emersa per la prima volta con la rivelazione dei Panama Papers nel 2016. In quell’occasione, la Finma, l’autorità finanziaria svizzera, utilizzò quei documenti per aprire l’inchiesta che è arrivata oggi, 8 marzo 2023, davanti ai giudici di Zurigo. Secondo l’accusa, le aziende offshore di Roldugin sarebbe servite soltanto da «portafoglio di Putin», per permettere al presidente russo di aggirare i controlli e mettere al sicuro una parte del proprio patrimonio. Secondo la Bbc, con il processo che inizia oggi a Zurigo la Svizzera cerca anche di respingere le accuse, avanzate da più Paesi, di connivenza con Mosca per il riciclaggio di denaro di dubbia provenienza. Nei mesi scorsi, sia Gazprombank che lo stesso Roldugin sono finiti nella lista dei soggetti sanzionati dal governo russo.
Il mistero della ricchezza di Putin
Sulla reale ricchezza di Putin aleggia da sempre un velo di mistero. Ufficialmente, il presidente russo riceve uno stipendio annuo di circa 150mila euro ed è proprietario soltanto di due immobili a Mosca. La realtà, però, potrebbe essere ben diversa. Nel corso degli ultimi anni, alcune testate indipendenti russe hanno raccolto documenti che proverebbero l’esistenza di altre proprietà multimilionarie sul Mar Nero. Il sito Proekt che parla addirittura di un «palazzo d’oro» da migliaia di metri quadrati. Nel 2017, in un’audizione al Senato americano, il finanziere britannico Bill Browder – da sempre uno dei principali investitori esteri che operano in Russia – arrivò a sostenere che il patrimonio di Putin potrebbe aggirarsi intorno a 200 miliardi di dollari.
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