La ministra Calderone e la Mia al posto del reddito di cittadinanza: «Così taglieremo il sussidio ai single per darlo alle famiglie»
Il reddito di cittadinanza per gli occupabili sparirà. Al suo posto ci sarà un’indennità di partecipazione alle politiche attive sul lavoro. Le famiglie numerose in difficoltà invece riceveranno con la Misura di Inclusione Attiva un sostegno superiore a quello attuale. Perché i minori vanno protetti. La ministra del Lavoro Marina Calderone oggi in un’intervista a Repubblica parla della Mia del governo Meloni. Avvertendo che probabilmente alla fine la misura che sostituirà il Rdc non si chiamerà così. E che la bozza di riforma circolata in questi giorni è ormai superata. La ministra non conferma nemmeno il taglio della platea dei sussidiati, che secondo i primi calcoli dovrebbe essere del 25%. Ma spiega anche che correggerà una delle storture del sussidio: basta reddito ai single, più soldi alle famiglie numerose.
La platea e le famiglie numerose
Nel colloquio con Valentina Conte la ministra Calderone non conferma il taglio dei sussidiati: «Difficile quantificare la platea ora. Non è statica, se lo fosse ricadremmo in una logica di assistenza permanente che ci è costata 25 miliardi in tre anni, senza diminuire la povertà né aumentare l’occupazione. Chi può lavorare deve essere messo in condizione di farlo e uscire quanto prima dalla misura. In questo senso non parlerei di risparmio, ma di platea molto più mobile. I numeri circolati in questi giorni appartengono a una bozza di lavoro superata: 12 articoli non sono una riforma». Per quanto riguarda l’emolumento, invece, «sicuramente per le famiglie numerose l’Isee terrà conto anche dell’apporto fornito dall’Assegno unico per i figli, in modo tale da ricevere più di ora. Così andiamo a correggere una delle storture del Reddito, segnalate anche dalla Commissione Saraceno: uno strumento che dava troppo al singolo e troppo poco ai nuclei con figli. Secondo questa logica, l’aiuto per l’affitto andrà a chi ne ha davvero bisogno, come le famiglie con figli e gli over 60. La pensione di cittadinanza sarà inglobata nella nuova misura».
Occupabili e non occupabili
Per la ministra la definizione così stringente di “occupabile” e “non occupabile” non sarà limitante: «Al contrario, ci permetterà di capire chi è davvero nel bisogno. La relazione tecnica alla manovra individua 404 mila occupabili, ma ben 300 mila – il 75% – sono singoli. Questa platea va messa subito in grado di attivarsi. E lo faremo intervenendo sul punto debole del Reddito: la presa in carico. Ben 600 mila persone che ricevono il sussidio non sono mai passate per un Centro per l’impiego». Ma questa tendenza si invertirà «grazie alla nuova Piattaforma digitale a cui stiamo lavorando per renderla operativa quanto prima. Chi richiede il nuovo sussidio dovrà necessariamente iscriversi e sottoscrivere il Patto di attivazione digitale: il primo passaggio non l’ultimo per ottenere il sostegno economico. In quel momento avviene la presa in carico. Poi il sistema, in automatico, invia il soggetto al Centro per l’impiego oppure all’assistenza sociale dei Comuni e del Terzo Settore. Ma i vasi sono comunicanti e le destinazioni invertibili: un giovane padre di famiglia con figli piccoli potrà essere avviato al lavoro, dopo un periodo di sostegno, e un single non in grado di lavorare indirizzato all’assistenza».
L’incrocio tra domanda e offerta
Infine, per la ministra l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro sarà possibile perché «siamo tra i Paesi con più cellulari in rapporto alla popolazione. Non vedo un problema di digital divide. E poi ci sono sempre i Centri per l’impiego e i Caf che potranno aiutare chi non è in grado, come hanno fatto con lo Spid». Mentre le imprese comunicheranno i posti vacanti perché «hanno tutto l’interesse a fidarsi del sistema pubblico perché non riescono a trovare lavoratori: la Piattaforma sarà un’importante opportunità per loro. Il mismatch in Italia è impressionante. Eppure abbiamo molti disoccupati, Neet, percettori di Reddito. Qualcosa non funziona».
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