Nord stream, i sospetti dell’Intelligence Usa non convincono Mosca: «Il sabotaggio è opera di un servizio statale»
Continuano le ipotesi per fare chiarezza su quello che è uno dei misteri irrisolti dell’invasione russa all’Ucraina: le responsabilità del sabotaggio al gasdotto Nord Stream. L’ultima, arrivata dal New York Times due giorni fa e che riporta i sospetti dell’intelligence Usa, è quella che vede un gruppo pro-Ucraina dietro all’attacco ai gasdotti. Mosca, però, è tornata a ribadire la sua incredulità nei confronti di questa ipotesi. «Non crediamo che dietro all’attacco al Nord Stream ci sia un “Dottor Male pro-ucraino”», ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass, secondo il quale «un’operazione di tale difficoltà possa essere stata compiuta solo da un servizio speciale statale ben organizzato come ce ne sono pochi nel mondo». Nel settembre 2022 Svezia e Danimarca avevano denunciato quattro fuoriuscite di gas dai gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2, che collegano la Russia all’Europa passando per i mari del Nord. Secondo le informazioni raccolte dagli 007 americani, non ci sono prove al momento che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la sua squadra di governo fossero coinvolti nell’operazione o che i sabotatori agissero sotto la direzione di funzionari di Kiev. Nessuna prova, neanche sul coinvolgimento del governo russo. E nessuna indicazione (al momento) neppure su chi abbia finanziato l’operazione. Sono tanti, dunque, i dubbi da sciogliere. Quello che chiede la Russia, tramite il portavoce del Cremlino, è «un’inchiesta veloce e trasparente sull’attacco terroristico al Nord Stream» e che Mosca «vi possa partecipare», ha detto Peskov, citato dall’agenzia russa. Al momento sull’incidente, secondo quanto detto ieri dal portavoce per la sicurezza nazionale americana, John Kirby «ci sono tre inchieste in corso, ancora non si è arrivati ad una conclusione, aspettiamo la fine delle indagini». Gli 007 Usa hanno comunque informato le controparti europee delle nuove informazioni di intelligence, augurandosi che possano fare da base alla raccolta di ulteriore materiale che consenta di raggiungere una conclusione definitiva sull’accaduto sul quale da mesi si rincorrono accuse e teorie portate avanti dai vari Paesi europei e non solo.
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