La storia di Giuseppe Cimarosa, parente di Messina Denaro: «Io resto in Sicilia, sono i mafiosi a doversene andare»
«Non posso andarmene da Castelvetrano, altrimenti vorrebbe dire darla vinta a quelli che avrebbero voluto farmi saltare in aria. Anzi, sono loro che se ne devono andare». A parlare è Giuseppe Cimarosa, 40enne figlio di una cugina del capomafia Matteo Messina Denaro, il superboss di Cosa Nostra arrestato lo scorso 16 gennaio dopo trent’anni di latitanza. Cimarosa ha parlato oggi al convegno Coraggio, Gente! organizzato a Casal di Principe, in provincia di Caserta. L’evento si è svolto a Casa Don Diana, un luogo confiscato alla camorra e, durante il suo intervento, il figlio della cugina di Messina Denaro ha raccontato la sua storia personale di fatica e sacrifici per restare sempre dalla parte della legalità. Anche a costo di andare contro la propria famiglia e i propri compaesani. «Il boss non l’ho mai visto, eppure la sua presenza è stata tanto vicina da guastarmi la vita», ha detto Cimarosa, che vive ancora a Castelvetrano, a pochi passi da uno dei rifugi del boss di Cosa Nostra. Il 40enne, però, non è solo nella sua battaglia. Assieme a lui vivono anche la madre e la nonna, «due vere eroine perché hanno rotto consuetudini e modi di pensare radicati, a differenza delle quattro sorelle di Messina Denaro, tutte donne di mafia». Poi Cimarosa ha aggiunto: «Andrebbero fatti film su mia nonna e mia madre. Invece in tv vedo solo programmi, come Gomorra, che mitizzano i boss invece di ridicolizzarli. Quei programmi andrebbero vietati».
Il conflitto con il padre
Non è la prima volta che Giuseppe Cimarosa racconta il proprio impegno per la legalità. Qualche giorno dopo l’arresto del boss di Cosa Nostra, il 40enne ha rilasciato un’intervista a Repubblica, in cui rivelava: «Avevo conosciuto la storia di Peppino Impastato ed era lui il mio punto di riferimento ideale. Così è iniziato il conflitto profondo con mio padre». I genitori di Cimarosa sono Rosa Filardo, cugina di primo grado di Messina Denaro, e Lorenzo, che collaborò con la giustizia fino a poco prima della sua morte, nel 2017. «Nessuno veniva più al mio maneggio, mio fratello non riusciva a trovare lavoro, poi alla fine lui ha ceduto e se n’è andato al nord, dove ha moglie e figli. Io sono rimasto, ho denunciato le intimidazioni», ha raccontato oggi Cimarosa durante il convegno vicino a Caserta. «La cultura mafiosa è anche l’arroganza di sentirsi dalla parte del giusto – ha aggiunto il parente del boss -. Dalle ultime intercettazioni, emerge che Messina Denaro si crede il salvatore della Sicilia. Ma ha solo rovinato la nostra terra».
Foto di copertina: Facebook/GIUSEPPE CIMAROSA
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