Migranti, il Viminale: sbarchi triplicati nel 2023. Crosetto e Tajani: «C’è la Wagner dietro il boom». L’ipotesi di coinvolgere la Marina
Oltre 20mila sono i migranti sbarcati in Italia quest’anno. Più del triplo di quelli registrati nello stesso periodo del 2022 (6.152). Secondo i dati rilasciati dal ministero dell’Interno, aggiornati al 9 marzo 2023, l’impennata si è concentrata in particolare nei giorni 9-11 marzo, quando nella Penisola sono arrivate 4.566 persone. Un dato, questo, che si osserva solitamente nei mesi estivi. Per quanto riguarda invece i richiedenti asilo – oggetto di una stretta per la protezione speciale – lo scorso anno il 53% delle richieste si è chiuso con un diniego. E tra i tre tipi di protezione accordati, quella speciale è la più frequente (10.865 casi) e quella che il governo Meloni vuole colpire. L’articolo 7 del decreto di Cutro, infatti, ha cancellato «la possibilità di non espellere una persona qualora esistano fondati motivi di ritenere che l’allontanamento dal territorio nazionale comporti una violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare». La norma in questione prevedeva che si tenesse conto «della natura e della effettività dei vincoli familiari dell’interessato, del suo effettivo inserimento sociale in Italia, della durata del suo soggiorno nel territorio nazionale, nonché dell’esistenza di legami familiari, culturali o sociali con il suo Paese».
«La brigata Wagner dietro il boom di sbarchi»
Questo boom di sbarchi che sta interessando da giorni l’Italia, per il ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello della Difesa, Guido Crosetto ha a che fare con «una strategia dietro la quale ci sarebbe la Brigata Wagner», hanno detto i due esponenti dell’esecutivo. Tajani ha citato il gruppo di mercenari filo-russi, al termine dell’incontro con il premier Benyamin Netanyahu a Gerusalemme. «Ho trovato grande comprensione per quello che sta accadendo in Italia riguardo all’immigrazione da parte di Netanyahu», ha detto il ministro, sottolineando inoltre «la preoccupazione» sul fatto che «molti migranti arrivano da aree controllate dal gruppo Wagner. Non vorrei ci fosse un tentativo di spingere migranti verso l’Italia». Dello stesso parere anche il suo collega alla Difesa, secondo il quale «sembra che ormai si possa affermare che l’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi Africani», conclude Crosetto.
Il Gruppo Wagner in Africa
La presenza in africa dei famigerati militari del gruppo Wagner, fondato nel 2013 da Dmitri Utkin e rilevato poi da Yevgheni Prigozhin, alleato di Vladimir Putin, è documentata ormai da anni. Il Cremlino ufficialmente smentisce ogni legame, ma di fatto la Russia amplia la sua influenza, sia politica che economica, in ogni Paese in cui il gruppo viene chiamata ad agire: dall’Europa all’America Latina, ma soprattutto in Medio Oriente e Africa, da dove proviene la maggior parte dei migranti che tentato di approdare in Italia. A partire dalla Libia, dove sono presenti circa 685mila migranti. Qui i paramilitari sarebbero, infatti, presenti in Cirenaica a partire dal 2018 per sostenere il generale Khalifa Haftar nella guerra civile contro il governo di Tripoli, riconosciuto dalla comunità internazionale, e nella conquista delle regioni meridionali libiche. Ma non solo: nel 2019-2020 il gruppo Wagner cercò di aiutare l’esercito nazionale libico dello stesso Haftar nell’assalto, fallito, alla capitale, facendo arrivare i suoi uomini a una decina di km dal centro della città.
L’idea del governo di schierare la Marina Militare
Per contrastare il flusso di migranti sulle coste italiane, l’esecutivo sta prendendo in considerazione l’ipotesi del coinvolgimento della Marina Militare nel coordinamento sulla sorveglianza marittima per l’individuazione dei barconi che trasportano migranti in acque extraterritoriali. Si tratta di uno degli scenari presi in considerazione, come si apprende da fonti di governo citati da Ansa, dal vertice di questa mattina a Palazzo Chigi tra la premier Giorgia Meloni e i ministri interessati. Una misura che andava in questa direzione era stata prevista nelle prime bozze del decreto sul contrasto all’immigrazione irregolare, poi stralciata prima del varo del testo definitivo da parte del Consiglio dei ministri a Cutro.
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