Crac Svb, Moody’s taglia il rating delle banche americane ma non frena Wall Street e le borse europee
La settimana si è aperta con un pesante segno meno su tutte le principali piazze, con la maglia nera a Milano che lunedì 13 marzo ha registrato -4%. A ventiquattr’ore dal crollo dei mercati finanziari, trascinati dai titoli delle banche a causa del fallimento della Silicon Valley Bank e della Signature Bank, oggi le borse europee stanno rialzando la testa e Wall Street ha aperto in positivo. Alle 16, ore italiane, Il Dow Jones sale dell’1,40% e il Nasdaq del 2,11%, mentre lo S&P 500 cresce dell’1,85%. Grazie alla fiducia dei mercati americani, le borse europee tirano un sospiro di sollievo e migliorano le loro prestazioni. Milano registra un +2,2 per cento – e tornano a respirare i titoli bancari -, la migliore del Vecchio continente dopo il brusco crollo di ieri, poi Parigi (+2%), Francoforte (+1,9%) e Londra (0,9%). Nonostante l’ottimismo degli investitori, che dopo le rassicurazioni del presidente Biden e dei vertici europei hanno ripreso fiducia, oggi Moody’s ha tagliato il rating delle banche americane, che è passato da stabile a negativo: il fallimento di Svb e di Signature Bank ha causato «un rapido deterioramento del contesto operativo». L’agenzia americana di valutazione ha fatto sapere di aver messo sotto osservazione First Republic Bank e altri cinque istituti di credito statunitensi in attesa di un declassamento. A favorire il rimbalzo delle borse però ci sono anche i dati sull’inflazione statunitense, che cresce ancora ma rallenta a +6% su base annuale, facendo sperare in una pausa dei rialzi dei tassi da parte della Fed. Sul fronte energetico crolla il prezzo del gas ad Amsterdam (-8,9% a 45,2 euro) mentre continua il periodo di debolezza del petrolio, con il Brent che scambia a 80 dollari al barile (-0,9%) e il Wti a 73,9 dollari (-1,1%). Buone notizia per lo spread, sotto i 186 punti base.
L’effetto sui mercati asiatici
Dopo il crollo – probabilmente temporaneo – delle borse europee, ieri anche i listini asiatici hanno seguito a ruota. A Tokyo, il Nikkei ha lasciato il 2,19%. Più contenute le perdite per gli indici cinesi di Shanghai (-0,72%) e Shenzhen (-0,98%). Tra gli altri, male anche Seul, che cede il 2,56%, e Sydney (-1,41%). Se le tensioni sui mercati oggi sembrano essersi alleggerite, è pur vero che cresce l’attesa per un altro dato: quello sull’inflazione americana, atteso a metà giornata. La previsione più condivisa è che la Federal Reserve deciderà di tagliare i tassi solo dello 0,25% a marzo. Giovedì, poi, toccherà alla Bce decidere. E non è ancora chiaro se Francoforte tirerà dritto con l’aumento dei tassi di interesse o si vedrà costretta a frenare.
Foto di copertina: ANSA/MATTEO BAZZI | Piazza Affari, a Milano, sede della Borsa Italiana
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