Corea del Sud, dietrofront sulla settimana di lavoro da 69 ore: vincono le proteste dei giovani
Il governo conservatore della Corea del Sud fa marcia indietro sulla decisione, presa nei giorni scorsi, di portare il tetto massimo delle ore lavorative settimanali da 69 a 52. A riportarlo è il Guardian, che sottolinea come le proteste dei giovani abbiano spinto il presidente Yoon Suk-yeol a ordinare alle autorità di Seul di ripensare i termini della misura presentata e «comunicare meglio con il pubblico, specialmente con la generazione Z e i millennial». L’aumento delle ore lavorative era stato giustificato dallo stesso capo di Stato, del partito del Potere Popolare, come un piano per dare più flessibilità ai lavoratori che – con le nuove norme – avrebbero potuto beneficiare di più tempo libero rispetto a prima. Tuttavia, le proteste dei sindacati, nonché dei giovani scesi in piazza, e del partito di opposizione (il partito democratico) pensano ci possa essere un ulteriore aumento delle ore lavorative qualora la misura dovesse essere approvata in Parlamento, in un paese già noto per la sua cultura del lavoro punitiva. I sudcoreani, infatti, lavorano già molto di più dei dipendenti di altre parti del mondo, arrivando spesso al limite delle 52 ore – previste dalla legge attuale, approvata nel 2018 – a settimana: secondo il quotidiano britannico hanno lavorato in media 1.915 ore nel 2021, ovvero 199 ore in più rispetto alla media riportata dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, e 566 ore in più rispetto ai lavoratori in Germania.
Leggi anche:
- Corea del Sud, la nuova legge che “toglie” un anno di età a tutti i cittadini: «Così diventeremo più giovani»
- La settimana corta può funzionare anche in Italia? Sì, ma non per tutti. Ecco perché
- Settimana lavorativa di 4 giorni, Landini: «Serve anche in Italia: ora si può»
- Al lavoro per 4 giorni a settimana i dipendenti producono di più, l’esperimento nel Regno Unito
- Lo smart working non decolla, aumentano dimissioni (e licenziamenti): c’è davvero una fuga dal lavoro?