La causa di Enrico Varriale alla Rai: «Datemi subito una trasmissione»
Enrico Varriale era stato sospeso dalla Rai dopo l’indagine per stalking nei confronti della compagna. Il giornalista sportivo non era più comparso in video per un accordo con viale Mazzini. In attesa di chiarire la sua posizione dopo la denuncia dell’imprenditrice. Il giudice delle indagini preliminari Monica Ciancio aveva disposto nei suoi confronti il «divieto di avvicinamento a meno di 300 metri dai luoghi frequentati dalla persona offesa». Insieme alla duplice prescrizione di «non comunicare con lei» neppure «per interposta persona». E di «allontanarsi immediatamente in caso di incontro fortuito, riponendosi a 300 metri di distanza». Ora, fa sapere Repubblica, il patto con la Rai è saltato. E il conduttore ha deciso di dettare le sue condizioni ai vertici dello Sport. Che prevedono una conduzione in diretta e collegamenti esterni. In un programma che dovrebbe mettere assieme tifosi e presidenti delle squadre di Serie A.
Il giudice del lavoro
Per avere l’ok il giornalista si è rivolto al giudice del lavoro. A breve si arriverà a una nuova udienza. Mentre si attende ancora la sentenza di primo grado per l’accusa di stalking. Che è attesa per ottobre. Varriale aveva spiegato la sua versione sulla lite del 6 agosto 2021. «Di quel giorno voglio dire due cose. La prima: non le ho mai messo le mani al collo. Al Gemelli le hanno fatto una prognosi di cinque giorni. Un’abrasione alla base del collo, solo un’abrasione». La seconda cosa che Varriale ha evidenziato è la reciprocità della violenza: «Ci siamo colpiti tutti e due. Non l’ho picchiata. Non ho provato a strangolarla. È stato un litigio. Alla fine avevo l’occhio pesto, quello messo peggio ero io. Lo hanno visto diverse persone, anche nei giorni successivi. Ma io non mi sono fatto refertare. Una colluttazione non è meno grave. È comunque diverso. Io non ho mai picchiato una donna». Varriale ha anche negato le accuse di stalking: «Non ho mai stalkerizzato nessuno e chi afferma questo ne risponderà in tutte le sedi. È una dolorosa vicenda personale che avrei preferito rimanesse tale. Purtroppo però mi sono state rivolte, e rese pubbliche, accuse del tutto false. Sono sicuro che riuscirò a dimostrare la loro infondatezza facilmente e in tempi brevi».