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Manifestazione famiglie arcobaleno, l’attacco di Salvini: «I bambini non si comprano su Internet»

17 Marzo 2023 - 18:43 Redazione
La ministra per le Pari opportunità e le Famiglie Eugenia Roccella ha puntualizzato: «Il problema è la maternità surrogata»

Continua a dividere la decisione di sospendere le registrazioni alla nascita per i figli delle coppie omosessuali, e, a distanza di 24 ore dalla manifestazione che domani – 18 marzo – si terrà a Milano per chiedere pieni diritti per le figlie e i figli di tutte le famiglie, nel dibattito interviene anche Matteo Salvini. «Aprire l’anticamera a pratiche abominevoli come l’utero in affitto è fuori dal mondo, qualcosa da ricovero. Non aprirò mai a chi pensa che i bambini si comprino e si selezionino su internet», ha affermato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture a Treviso. Per poi aggiungere: «Sono a fianco dei sindaci nella loro opera quotidiana, ma poi ci sono priorità come lavoro, infrastrutture e servizio sanitario efficiente». Se da un lato Salvini ricorda che «ognuno è libero di vivere la sua sessualità come vuole, dove vuole e quando vuole», dall’altro esige che non venga messo in discussione «il fatto che la mamma si chiama mamma, che il papà si chiama papà e che il bimbo viene al mondo se ci sono una mamma e un papà. Domenica 19 marzo non è la festa del genitore 2, che poi non capisco perché il papà debba essere necessariamente il genitore 2. Domenica è la festa del papà». Rispondendo a una domanda dei cronisti sulle coppie gay e i figli, a margine di una visita istituzionale, ha poi concluso: «Ognuno vive la sua sessualità, il suo amore con chi vuole e dove vuole, passeggiando mano nella mano: eterosessuale, omosessuale, pansessuale, trisessuale, bisessuale… Quello che si vuole, basta che non si metta in discussione il concetto di famiglia che è fondata sulla mamma e sul papà che mettono al mondo dei figli».

Roccella: «Il problema è la maternità surrogata»

Un’opinione molto vicina a quella della ministra per le Pari opportunità e le Famiglie Eugenia Roccella, che a margine dell’assemblea del Forum delle associazioni familiari ha dichiarato: «Il problema non è quello dei figli, che naturalmente noi difendiamo, e che vogliamo tutelare a qualunque condizione. Il problema è quello della maternità surrogata, cioè la compravendita della maternità, del corpo femminile, sfruttando una situazione di povertà e con connotazione razzista. Si tratta di un mercato che vogliamo frenare e lo faremo». Per poi aggiungere: «Il problema è che ricorrendo all’utero in affitto, che in Italia è reato, chi lo fa programma un figlio senza un genitore». Pur ricordando che «i bambini sono tutti uguali e in Italia sono sufficientemente tutelati». «È una questione su cui ci sono già gli strumenti. C’è la possibilità di adozione in casi speciali, un percorso suggerito dalla Cassazione», ha concluso.

Nel frattempo, continuano i preparativi alla manifestazione di domani, promossa dal Pd milanese, da Arcigay, Famiglie Arcobaleno e Sentinelli. Tra gli aderenti anche +Europa, Sinistra Italiana e il Movimento 5 stelle, tramite la partecipazione di Chiara Appendino e Alessandra Maiorino. In piazza scenderà anche Elly Schlein, così come Alessandro Zan. E anche la Cgil, secondo quanto annunciato dalla segretaria confederale Daniela Barbaresi. «Esprimiamo tutta la nostra vicinanza alle famiglie arcobaleno, oggetto di un duplice attacco da parte dell’esecutivo e della sua maggioranza. Per questo motivo sosteniamo pienamente la manifestazione che si terrà domani, 18 marzo, a Milano in piazza della Scala», dichiara in una nota. In cui definisce «gravissimo» lo stop imposto dal ministero dell’Interno al Comune di Milano. Sandro Gallittu, responsabile dell’ufficio Nuovi Diritti Cgil, aggiunge: «Continueremo a sostenere la piena uguaglianza delle cittadine e dei cittadini, delle bambine e dei bambini davanti alla legge e continueremo a farlo sia nei posti di lavoro attraverso l’azione negoziale e contrattuale, che nella società attraverso il nostro pieno sostegno alle rivendicazioni della comunità Lgbtqia+».

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