Francesca Pascale studia da leader Lgbtq+: «Noi trattati come criminali. Se Meloni è donna, madre e cristiana ci guardi come guarda sua figlia»
Il giorno dopo la manifestazione di piazza della Scala a Milano, che ha radunato migliaia di cittadini e attivisti “arcobaleno” – a seguito dello stop imposto dal Viminale alle trascrizioni degli atti di nascita dei figli di coppie omogenitoriali, Francesca Pascale parla, se non da leader, da megafono delle richieste del mondo Lgbtq+. Lo fa in un’intervista al Corriere della Sera nella quale non si sottrae alle domande sulla sua vita privata – attuale e passata – ma si concentra soprattutto sulle battaglie politiche di oggi: e sui “voti” ai leader politici dei diversi schieramenti. «Gli omofobi di questo Paesi e i sovranisti di questo governo ci trattano peggio dei criminali, come fossimo l’ultima ruota del carro». Con chi ce l’ha l’ex compagna di Silvio Berlusconi? Certamente con il leader della Lega Matteo Salvini, sul quale il giudizio, come già detto ieri in piazza e sui social, è senza appello: «È omofobo e razzista. Non dimentico quello che ha detto sui meridionali: non la indossavo certo io la maglietta con su scritto “Padania is not Italy“. E non si può recuperare punti con il ponte sullo Stretto di Messina». Diverso, viceversa, l’atteggiamento verso la premier Giorgia Meloni: «Quando giravo nei meandri della destra incontravo molte persone omosessuali. Mi spiace che lei non se ne renda conto», punge. Quindi, aperto il credito di fiducia “nella donna che è” (la premier, s’intende), l’appello: «Mi piacerebbe che ci guardasse con un occhio sereno, semplice, come guarda sua figlia e i suoi cari. Dovrebbe farci caso come donna, come madre, come cristiana, ma soprattutto come persona civile». E Berlusconi, la terza punta del polo di governo? Nessun pensiero sull’oggi, ma un ricordo tra il personale e politico di ieri sì: «Su questi temi gli rompevo l’anima quotidianamente, fino a far finire la nostra storia».
Tra pubblico e privato
Pascale, da alcuni mesi convolata a nozze con la nuova compagna, la cantante Paola Turci, ha approfittato tra l’altro del diverbio avuto ieri in piazza con Piero Ricca per raccontare di non avere mai nascosto la propria bisessualità «alle persone care della mia vita, anche a Berlusconi». «Francamente non mi sento diversa da una coppia eterosessuale», dice ancora al Corriere riflettendo del suo amore con Paola Turci, che un giorno potrebbe ampliarsi: «Mi piacerebbe diventare genitore, ma mi piacerebbe avere la libertà di pensarci senza sentirmi un criminale». Un chiaro riferimento alla battaglia per il riconoscimento dei figli di coppie omogenitoriali, su cui ieri ha (ri)lanciato la sfida politica la neo-segretaria del Pd Elly Schlein. Per la quale Pascale spende parole al miele: «Mi piace molto come persona, come donna, come combattente. Non riconoscersi nei valori di centrosinistra e votare a destra, nelle mie condizioni, è come se un capretto votasse per la Pasqua». Qualcuno sostiene però che sia ancora acerba, non pronta per la grande sfida politica nazionale, le hanno fatto notare in piazza alcuni cronisti. Lapidaria la risposta, utile a “smontare” un altro leader: «Lo dirà qualche uomo tipo Calenda, che ha insultato due leader come Meloni e Schlein definendole “due titani”. Sarà bravo lui: un genio senza voti, senza leadership e senza talento», la dichiarazione tranchant riportata da La Stampa. Che a interpretare un nuovo ruolo e costruire una leadership “diversa”, dopo il trampolino di Milano, punti ora proprio lei?
Foto di copertina: Ansa / Matteo Bazzi
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