Lo scivolone di Rampelli in tv: «Le coppie omosessuali non possono spacciare bambini per propri figli». La reazione incredula di Concita De Gregorio – Il video
Lo stop alle trascrizioni degli atti di nascita di figli di coppie omogenitoriali a Milano ha riportato al centro del dibattito pubblico il tema dei modelli di famiglia e del trattamento giuridico per i bambini nati da coppie non eterosessuali o più in generale fuori dal matrimonio. La reazione di partiti d’opposizione e movimenti è stata immediata, con la manifestazione svoltasi ieri sabato 18 marzo in piazza a Milano. Ma non tutti, sul tema, sembrano avere le idee chiarissime. Ad andare in confusione in diretta tv è stato ieri sera il deputato di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli. Nell’impeto della discussione, di fronte ai combattivi conduttori di In Onda, Concita De Gregorio e David Parenzo, il vicepresidente della Camera si è lasciato andare a valutazioni un po’ troppo “leggere” sulla questione. «Se in Italia due persone dello stesso sesso chiedono il riconoscimento, cioè l’iscrizione all’anagrafe, di un bambino che spacciano per proprio figlio», ha impostato il ragionamento Rampelli, «significa che questa maternità surrogata l’hanno fatta fuori dai confini nazionali». Forse resosi conto dell’inciampo, il parlamentare di FdI è arrivato a tentoni al fondo della sua riflessione. Immediata la replica di Concita De Gregorio, che gli ha fatto notare il fallo in diretta. «Mi scusi, se no finiamo sui giornali di tutto il mondo: non è che lo spacciano per proprio figlio, il bambino è loro figlio». Impietrito Rampelli, la giornalista prosegue nel correggere le sue affermazioni: «Se si tratta di due madri è spesso nato da una delle due donne. Se si tratta di due padri è spesso nato dal seme di uno dei due. Ma anche quand’anche non fosse così il bambino è tuo figlio anche se è tuo figlio adottivo». La lezione di biologia e diritti ha fatto subito il giro del web, con molti utenti su Twitter scatenati contro Rampelli.
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