Annunziata-Roccella, le polemiche dopo lo scontro: «Arrogante, turpiloquio intimidatorio»
Una puntata accesa, quella di domenica 19 marzo, durante l’intervista di Lucia Annunziata alla ministra Eugenia Roccella a Mezz’Ora in Più. L’esponente di Fratelli d’Italia ha ribadito la posizione del governo sul riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali, e la conduttrice ha sottolineato più volte che quella posizione è legittima, seppur ideologica. Non era d’accordo la ministra, e la discussione si è fatta via via più serrata, fino a quando Annunziata si è lasciata scappare una parolaccia. Non sono mancate, a stretto giro, le critiche degli esponenti del centrodestra che hanno difeso Roccella e criticato l’atteggiamento della giornalista. «Ha dimostrato, con protervia e arroganza, di fare un uso ideologico degli spazi che, purtroppo, il servizio pubblico le riserva», ha detto il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, «ha usato il turpiloquio quasi volesse intimidire il ministro Roccella, è una vergogna che una persona del genere abbia in mano spazi del servizio pubblico. La stagione di ricambio dei vertici Rai diventa urgente perché c’è un abuso costante di cui l’Annunziata è soltanto l’emblema più grave, più vetusto, più fazioso. Ora basta».
Sono poi intervenuti i componenti in quota Lega della commissione di Vigilanza Rai, a quarantott’ore dall’elezione del nuovo presidente: «Inaccettabile, assistiamo ad attacchi gratuiti e faziosi da parte di giornalisti del servizio pubblico contro il governo. Questo atteggiamento non si può più tollerare: in troppi credono di essere al Nazareno». Mentre il presidente della commissione Cultura alla Camera, Federico Mollicone, definisce ideologica, pregiudiziale e prevaricante la conduzione di Annunziata, il senatore del Pd Walter Verini difende la conduttrice: «Quando a una bravissima giornalista come Lucia Annunziata scappa una parolaccia in diretta e chiede scusa, vuol dire che la democrazia funziona. Se personaggi della destra la manganellano e chiedono epurazioni, vuol dire in realtà che mal sopportano democrazia e pluralismo».
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