La lettera del 1926 di D’Annunzio che stava per finire su eBay: poteva fruttare migliaia di euro
Stava per finire in vendita su eBay, ma è stata recuperata appena in tempo dai carabinieri di Roma. L’oggetto della contesa è una lettera di Gabriele D’Annunzio, datata 18 novembre 1926. Nel documento, composto da tre fogli color avorio, il Vate si rivolge all’amico Giovanni Rizzo. Il Messaggero racconta che si tratta di una lettera sparita oltre undici anni fa dagli archivi della Biblioteca nazionale centrale di Roma a Castro Pretorio. Da lì, è stata risucchiata nel vortice del mercato clandestino di antiquariato, finendo nelle mani di un collezionista di Viterbo, che avrebbe voluto disfarsene con un’asta su eBay per incassare qualche decina di migliaia di euro. A rovinare i suoi piani ci hanno pensato i carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale, guidati dal generale Vincenzo Molinese, che hanno intercettato sul web il prezioso manoscritto e hanno fatto scattare le operazioni. «L’importante recupero dimostra come sia necessario tenere sempre alto il livello di attenzione anche su questi documenti. Deve, inoltre, aumentare anche la percezione da parte dell’opinione che questi siano reati contro la collettività e contro il patrimonio di tutti», è il commento del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
Le indagini
Dopo oltre un decennio, la lettera è stata riconsegnata al direttore della biblioteca romana, Stefano Campagnolo, che già nel 2012 denunciava una serie di furti avvenuti negli anni precedenti tra i faldoni degli archivi. Tra i documenti che mancavano all’appello c’era anche la lettera di D’Annunzio, che ancora non si capisce come sia potuta sparire nel nulla. Su questo dovranno indagare ora i carabinieri. Nel frattempo, pare che il documento sia stato anche danneggiato. Nel tentativo di piazzarla sul mercato nero senza dare nell’occhio, sono stati abrasi i timbri a inchiostro di catalogazione apposti proprio dalla biblioteca, così come la numerazione dell’inventario. E sono proprio questi dettagli ad aver reso così difficile il recupero dell’opera.
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