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Allarme banche Usa, tonfo a Wall Street di First Republic: verso un nuovo piano di aiuti

20 Marzo 2023 - 17:59 Redazione
Secondo il Wall Street Journal si sta lavorando a una strategia per convertire in capitale tutti o parte dei 30 miliardi di dollari in depositi già accordati dalle 11 maggiori banche americane. A guidare le operazioni, l’amministratore delegato di JPMorgan, Jamie Dimon

L’amministratore delegato di JPMorgan, Jamie Dimon, è in prima linea nelle trattative in corso con le grandi banche americane per orchestrare il salvataggio della First Republic Bank, l’istituto di credito californiano che sconta le maggiori difficoltà, dopo i crac di Silvergate, Signature Bank e Silicon Valley. A riportarlo è il Wall Street Journal che sottolinea come il piano a cui si sta lavorando è quello di convertire in capitale tutti o parte dei 30 miliardi di dollari in depositi già accordati a First Republic dalle 11 maggiori banche americane. Intanto, l’istituto di credito affonda a Wall Street, dove perde il 26%. I titoli della banca erano stati in precedenza sospesi e poi riammessi in un’altra giornata difficile per la banca americana. Janet Yellen (Segretario al Tesoro), Jerome Powell (Fed) e appunto Jamie Dimon sono le «tre J» che hanno messo a punto il salvataggio di First Republic. L’amministratore delegato di JPMorgan, veterano della crisi del 2008 e ancora alla guida di grande banca, è stato contattato dalle autorità americane dopo che le misure di emergenza dello scorso fine settimana per Silicon Valley Bank non sono riuscite a calmare i mercati. Le “tre J”, in un giro di telefonate, hanno infatti delineato un piano per aiutare First Republic. In particolare, Dimon – scrive il Financial Times, che cita alcune fonti – venerdì scorso si era fatto carico di sollecitare le altre grandi banche americane e incassare il loro sostegno a un’iniziativa per calmare i mercati con un’iniezione di 30 miliardi di dollari in First Republic senza il coinvolgimento diretto del governo. Non è la prima volta che le grandi banche cooperano incoraggiate dal governo. Era successo nel crollo dei mercati del 1907, quando il finanziere John Pierpont Morgan chiuse letteralmente in una stanza tutti i maggiori finanzieri di allora per raggiungere un accordo. Morgan riuscì nella sua impresa grazie anche al governo che partecipò con 25 miliardi di dollari in depositi.

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