Guardia di finanza, l’impegno del comandante Zafarana: «Pattuglieremo il Mediterraneo con i droni»
Due miliardi di euro di beni congelati a 23 soggetti nell’attività di contrasto al terrorismo. E lo stop alla vendita di una società di droni, con certificazione Nato, alla Cina. Durante l’audizione alla commissione di Difesa della Camera, il comandante generale della Guardia di finanza Giuseppe Zafarana ha presentato il dossier sulle più rilevanti attività del corpo militare nel 2022. Nel documento particolare risalto viene dato alle operazioni per garantire la sicurezza nazionale, anche in supporto al governo. Dal 2022 la Guardia di finanza ha fatto accertamenti su oltre 1.600 soggetti, direttamente o indirettamente coinvolti dalle sanzioni decise dall’Unione europea e delle Nazioni Unite. Sono 23 le persone fisiche e 3 le entità raggiunte dalle misure di congelamento, che hanno colpito «fabbricati, autoveicoli, aeromobili, opere d’arte, imbarcazioni, terreni e quote societarie per un valore di circa 2 miliardi di euro». Tra questi, anche i patrimoni degli oligarchi russi, raggiunti dalle misure dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Come sottolinea Zafarana, si tratta di provvedimenti di «natura amministrativa che hanno diretta efficacia e i cui effetti cessano solo con la cancellazione dei soggetti dalle liste del Consiglio dell’Unione Europea».
L’azienda di droni in vendita alla Cina
Nel documento viene sottolineata anche l’attività di supporto all’azione del governo sulla valutazione degli investimenti stranieri in asset strategici per l’interesse nazionale, per esercitare o meno la golden power. Come esempio, viene riportato il caso di una impresa di Pordenone, che nel 2018 era stata interessata da operazioni opache, «tese a non fare emergere il trasferimento delle azioni al nuovo socio straniero». La società era specializzata nella progettazione e produzione di droni di tipo militare, certificati per gli standard Nato. La Guardia di finanza ha quindi avviato un’indagine sul trasferimento del pacchetto di maggioranza a favore di un’impresa di Hong Kong. Le attività di accertamento hanno fatto emergere «una complessa ramificazione di partecipazioni a due rilevanti aziende pubbliche della repubblica popolare cinese». La valutazione è stata poi sottoposta agli organi di governo che hanno esercitato i poteri speciali di golden power, «imponendo alla società cinese di cedere le quote societarie acquisite».
Operazioni di polizia in mare
Il comandante ha poi illustrato i progetti in ambito delle «operazioni di polizia del mare», con investimento in strumenti altamente tecnologici. Tra quelli menzionati, «l’acquisizione di sistemi a pilotaggio remoto (droni aerei), così da ampliare le potenzialità di pattugliamento aeromarittimo e di individuazione e riconoscimento degli obiettivi di superficie nelle aree di mare di maggiore sensibilità istituzionale». Zafarana ha poi fatto riferimento alla realizzazione di una rete di sensori radar di sorveglianza costiera nelle aree individuate come maggiormente esposte ai flussi dei traffici illeciti, «costituita da diciassette postazioni dislocate lungo le coste del territorio nazionale». A questa rete è stato recentemente associato «lo sviluppo di moduli di intelligenza artificiale, attualmente in fase di sperimentazione, da abbinare alle funzionalità di rilevamento delle tracce radar per l’analisi di comportamenti anomali e il monitoraggio automatico di movimenti di target navali in determinate aree sensibili», ha spiegato il comandante alla Camera.
I controlli sul social network
La Guardia di finanza, spiega ancora Zafarana, sta poi eseguendo una verifica fiscale «nei confronti di una grande multinazionale che opera nel settore dei social». L’indagine è volta a determinare il valore dell’Iva da applicare. «La multinazionale – ha detto il militare – mette a disposizione una piattaforma sulla quale vengono offerti servizi in cambio dell’utilizzo dei dati degli utenti e questa è un’operazione rilevante ai fini dell’imposta sul valore aggiunto».
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