Dopo Milano, anche Padova, il prefetto ai sindaci: «Bloccare i riconoscimenti anagrafici dei figli delle coppie omogenitoriali»
Dopo il caso di Milano, anche Padova va verso lo stop nella trascrizione dei certificati dei bambini con genitori dello stesso sesso. Lo scorso 19 gennaio il prefetto del capoluogo euganeo, Raffaele Grassi (responsabile per tutta la provincia) ha ricevuto dal Ministero dell’Interno la circolare in cui viene richiesto ai prefetti di tutta Italia di recepire la sentenza n. 38162 della Corte di Cassazione a Sezione Unite del dicembre scorso, in cui si invitano i sindaci a uniformarsi a essa, bloccando i riconoscimenti anagrafici dei figli nati con procreazione assistita nelle coppie omogenitoriali. Il prefetto di Padova ha dichiarato: «È chiaro che ci sarà un monitoraggio dell’attività e avrò modo di interloquire con il sindaco Sergio Giordani nei prossimi giorni per capire come si regoli con l’osservanza della sentenza, così come sarà monitorata tutta la provincia, è la normale attività di controllo e monitoraggio della Prefettura». Il sindaco di Padova, dopo la ricezione della comunicazione da parte del prefetto, in un’intervista a Il Gazzettino, ha dichiarato: «Sul tema della registrazione all’anagrafe delle figlie e dei figli di coppie omogenitoriali, per quanto ci riguarda di due mamme, sono convinto che Padova e il sottoscritto si muovono nell’ambito delle norme. Su questo sono pronto e disponibile a confrontarmi con la consueta lealtà istituzionale e collaborazione con la Prefettura. Si tratta di un tema che non dovrebbe essere piegato a battaglie ideologiche e rispetto al quale nel paese esiste un serio vuoto normativo. I Sindaci sono chiamati ad agire con buon senso per tutelare la dignità delle bambine e dei bambini e i loro diritti fondamentali, evitando così di generare gravi discriminazioni».
Padova non è però l’unico comune veneto in cui si è proceduto alla registrazione all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali. A Mira, in provincia di Venezia, è possibile procedere con la trascrizione all’anagrafe degli atti di nascita di bambini con due madri o due padri. E sulla scia di quanto comunicato dal prefetto di Padova, il primo cittadino del comune nel veneziano Marco Dori, in un’intervista all’edizione veneta del Corriere della Sera, ha dichiarato: «Dobbiamo sempre pensare ai bambini, al loro bene, non dobbiamo avere dubbi nel dare loro e alle loro famiglie pari opportunità e dignità. Mi sono messo nei panni di questi genitori e ho capito che è un atto d’amore. Speriamo arrivi presto una norma che copra questo vuoto. Ricordiamo sempre che stiamo parlando di bambini veri, che vivono e crescono in mezzo a noi, ma che la burocrazia vorrebbe diversi». Al momento il prefetto di Venezia non ha cercato il primo cittadino per avere informazioni o chiarimenti. Non è però escluso che invii la medesima comunicazione nei prossimi giorni.
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