Stefano Tacconi lascia l’ospedale di Alessandria dopo un anno, i medici: «Ripresa sorprendente»
A poco meno di un anno di distanza dall’attacco ischemico che ha colpito Stefano Tacconi, ex portiere e capitano della Juventus e della Nazionale italiana, l’ex calciatore bianconero ha lasciato la clinica di Alessandria dove si trovava ricoverato, e proseguirà la riabilitazione in una struttura più vicina a casa, in Lombardia. Ad annunciarlo è stato il figlio maggiore del calciatore, Andrea, che su Instagram ha scritto: «È stato un lungo percorso ad Alessandria, dove hanno salvato la vita a papà, da oggi questo percorso continuerà in Lombardia, ma non dimenticheremo mai tutto quello che hanno fatto per mio padre e il supporto che hanno dato anche a noi. La strada è ancora lunga ma come ho sempre fatto vi terrò informati». Secondo quanto reso noto in un comunicato stampa della clinica alessandrina, «il percorso di Stefano Tacconi è stato sorprendente, con un progressivo miglioramento dal punto di vista motorio, respiratorio e cognitivo, grazie alla collaborazione di tutto il team infermieristico e della sua Coordinatrice, fisioterapico, logopedico, psicologico e degli Oss», ha spiegato il dottor Luca Perrero, direttore del reparto di Neuroriabilitazione. «Sicuramente la tenacia, l’impegno, l’umore e la notevole prestanza fisica hanno facilitato il recupero che in questi mesi ha visto un lavoro costante su tutti i piani – si legge ancora nella nota -, utilizzando sia le palestre, sia i laboratori occupazionali della struttura, dove ha espresso capacità e interessi, come quello per la cucina, che erano presenti nella sua vita quotidiana precedente all’episodio traumatico», ossia l’attacco ischemico cerebrale che colpì Tacconi nell’aprile 2022.
Il percorso di riabilitazione di Tacconi
A seguito dell’operazione per l’aneurisma cerebrale, Tacconi «respirava tramite tracheostomia e con il supporto ventilatorio, oltre a essere nutrito e idratato in maniera enterale». Ma le sue condizioni sono migliorate progressivamente nel corso di questi mesi: «Ora respira e mangia di tutto e in modo autonomo», spiegano dalla clinica. Nel processo di riabilitazione ha avuto un ruolo fondamentale «la precedente carriera sportiva di Stefano Tacconi e il suo carattere perseverante», si spiega nel comunicato: «Non solo dal punto di vista fisico, che lo vede oggi camminare con il supporto del deambulatore e alle volte della sedia a rotelle, ma anche nel riacquistare l’ironia e l’autoironia, ricordando molti aneddoti legati alla carriera. Un recupero che è passato anche attraverso l’utilizzo della palla come attrezzo di riabilitazione, la lettura di quotidiani sportivi e la visione dei mondiali di calcio alla televisione, con commenti e battute insieme all’equipe e agli altri degenti». Insomma, la multidisciplinarietà degli specialisti che hanno seguito Tacconi e la tempra del campione hanno giocato un ruolo chiave nella riabilitazione nella clinica Borsalino di Alessandria, così come la presenza del figlio Andrea e della moglie Laura. La famiglia Tacconi ha ringraziato tutto lo staff medico sanitario della struttura, sottolineando che «il percorso riabilitativo continuerà in una struttura più vicina a casa, ma non dimenticheremo mai Alessandria e le splendide persone che ci hanno accompagnato in questo anno».
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