Nettuno, al cimitero militare inizia l’adunata dei fasci di combattimento. I partigiani: «È apologia del fascismo»
A nulla è servita la protesta dell’Associazione Nazionale dei Partigiani d’Italia (ANPI) che se n’era lamentata a gran voce: a Nettuno è iniziata l’adunata dei fasci di combattimento, in barba anche ai deputati del Pd che in un’interrogazione urgente al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi avevano chiesto, il 21 marzo, di vietare la manifestazione «apologetica del fascismo e incompatibile con i principi costituzionali e legislativi del nostro ordinamento». Né il Viminale né il ministero della Difesa, però hanno ritenuto opportuno bloccare l’iniziativa organizzata dal Fronte della Tradizione che celebra la fondazione dei fasci di combattimento da parte di Benito Mussolini il 23 marzo 1919. Ovvero il movimento politico che due anni dopo divenne il Partito Nazionale Fascista. E lo fa nonostante le tensione dei partigiani scesi in piazza. L’adunata si tiene al Campo della Memoria di Nettuno, il cimitero militare che oggi compie 30 anni, dedicato ai marò del battaglione Barbarigo e agli altri combattenti della Repubblica Sociale Italiana che perirono nel 1944 contro le forze Alleate sul fronte dello sbarco di Anzio.
Gli appelli contrari
«Ci vediamo al Campo della Memoria per onorare con una commemorazione l’anniversario del 23 marzo. L’occasione sarà dedicata anche alla celebrazione dei trent’anni del Campo, sacrario dove riposano i Leoni del Barbarigo ed i giovani eroi che difesero Roma dallo sbarco angloamericano», si legge nell’annuncio che chiama all’adunata. L’Anpi si era appellata alla legge Scelba che punisce le esaltazioni di esponenti, principii, fatti o metodi del fascismo. «Nettuno, città Medaglia d’Oro al Merito Civile per le sofferenze subite dalla popolazione durante l’occupazione nazifascista e per il contributo dato alla Lotta di Liberazione non deve e non può essere teatro di simili manifestazioni», aveva denunciato l’associazione.
Sono Andrea Casu, Nicola Zingaretti, Michela Di Biase, Marianna Madia, Claudio Mancini, Roberto Morassut e Matteo Orfini i deputati dem che avevano interrogato il ministro Piantedosi, mentre Eleonora Mattia, consigliera regionale del Lazio con il Pd aveva chiesto direttamente l’intervento del commissario prefettizio e del Comune di Nettuno e del presidente di Regione Francesco Rocca, alla guida del Lazio dopo le elezioni del 13 febbraio scorso con l’appoggio del centrodestra e di Fratelli d’Italia in particolare. Partito che anche in questo caso sembra restare immobile di fronte a un’altra celebrazione fascista sotto il proprio naso. «Devono attivarsi con tempestività affinché si vieti lo svolgimento di un evento palesemente evocativo del fascismo», chiedeva Mattia.
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