Israele, la nipote di Netanyahu rompe il silenzio e accusa: «I miei parenti promuovono il razzismo e il fascismo, mi vergogno»
«Perché ora? La risposta è che mi vergogno, sono triste e arrabbiata. Mi vergogno che i miei parenti non abbiano vergogna. Che sono in una posizione di potere che promuove e incoraggia la violenza, il razzismo, il nazionalismo e il fascismo. Questi non sono i valori ebraici che ho assorbito e ai quali mi sento legata». In un colloquio con la giornalista di Haaretz Netta Ahituv, Ruth Ben-Artzi, nipote di Sara Netanyahu – moglie del primo ministro Benjamin – rompe il riserbo su quanto sta avvenendo in Israele e accusa direttamente il governo in carica. Ben-Artzi è una scienziata politica, professoressa associata presso il Providence College, un istituto privato in Rhode Island, e da tempo ha preso le distanze dalla famiglia. Alla vigilia dell’ennesimo e partecipatissimo sabato di proteste e manifestazioni in Israele contro la riforma della giustizia voluta da Netanyahu, la nipote critica duramente l’operato dell’esecutivo guidato dallo zio. «Una politica basata sulla religione e sulla vendetta condurrà in luoghi bui. Finché amici, colleghi e persone che conosco e rispetto vivranno in Israele e combatteranno per un futuro democratico ed egualitario, farò del mio meglio per sostenerli», afferma la 51enne, «Israele dovrebbe rimanere un paese in cui gli ebrei trovano un rifugio sicuro e libero, di uguaglianza e collaborazione con tutti i gruppi all’interno dei confini dello Stato. Devo credere che questo sia possibile, perché l’alternativa, uno Stato non democratico e dispotico, basato sulla supremazia ebraica, porterà solo sofferenza e distruzione».
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