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Mario Mattioli: il giornalista truffato da Bochicchio e raggirato anche sul recupero dei soldi: «Si sono presi altri 5 mila euro»

25 Marzo 2023 - 06:21 Redazione
mario mattioli massimo bochicchio
mario mattioli massimo bochicchio
Una sedicente agenzia europea di recupero crediti lo ha contattato. Lui ha scoperto la truffa quando ormai era troppo tardi

I vip che avevano affidato soldi a Massimo Bochicchio non li riavranno indietro. Perché con la morte del broker la procura ha deciso di chiedere l’archiviazione per l’accusa di truffa. Tra loro c’è Mario Mattioli, giornalista e conduttore televisivo. Che però ha raccontato oggi al Messaggero di essere stato raggirato di nuovo. Stavolta non da Bochicchio. Ma da una sedicente agenzia europea di recupero crediti con tanto di posta certificata che lo ha contattato promettendo che avrebbe riavuto i 350 mila euro che aveva affidato al broker. Ma è sparita dopo aver incassato un anticipo di 5 mila euro sul servizio. Mattioli dice al quotidiano di aver ricevuto una telefonata da una sedicente Margarette Brighton. Che per mesi ha interpretato con lui la parte di esperta di recupero crediti. «Non si preoccupi, le farò riavere i soldi», gli diceva. Mattioli spiega che era disperato perché aveva perso una parte consistente del suo patrimonio. E dice che dall’altra parte del filo c’era chi sapeva della sua situazione nei minimi dettagli. «Gli ho creduto perché volevo avere una possibilità. Proprio su questo hanno fatto leva i truffatori», aggiunge. Non appena avviato il rapporto di lavoro sono arrivate le prime richieste di soldi. Per procedere con il cambio di valuta, gli spiegavano. Poi i 5 mila per andare avanti con l’incarico. E, insieme, una finta sanzione della National Crime Agency da pagare in tempi brevi. A quel punto Mattioli ha alzato il telefono e fatto una verifica: la NCA gli ha risposto che non era nei loro elenchi. A quel punto ha denunciato ma era troppo tardi. La sede dichiarata è risultata essere un negozio di abbigliamento. I telefoni non esistevano. A quel punto ha denunciato alla polizia postale. Ma dei soldi non c’è ancora traccia.

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