Abbonamenti, rate e mutui: ecco perché gli italiani hanno troppi debiti
Maschio, tra 36 e 55 anni, diplomato alle superiori e residente in una città del Sud. Questo è l’identikit del sovraindebitato medio. In Italia ce ne sono a migliaia, e fanno sempre più fatica a causa dell’inflazione e dell’aumento dei tassi di interesse. Il timore, però, è che le persone che hanno contratto troppi debiti, che hanno fatto il passo più lungo della gamba, siano molte di più. Si tratta di un fenomeno difficile da analizzare, perché spesso chi ha problemi di questo tipo tende a non parlarne. «È una sorta di mondo sommerso – spiega il segretario generale di Movimento Consumatori (Mc) Alessandro Mostaccio – fatto di persone ben note alle finanziarie, a volte alle Caritas, ma non allo Stato».
La debit economy
Come nasce questo fenomeno? Il modello economico in cui viviamo può portare al sovraindebitamento. Quasi tutto si può pagare in comode rate. Il frigo, la macchina, lavori edili, le bollette. A volte non ci sono interessi, in altri casi, come quello dello mutui, invece sì. E se sono a tasso variabile l’aumento dei tassi da parte della Bce si fa sentire. A questo si aggiunge quella che gli esperti definiscono la subscription economy. Difficile di questi tempi non avere almeno un paio di abbonamenti che si pagano ogni mese od ogni settimana per guardare serie Tv, leggere libri, ascoltare musica, a volte anche nella formula compra-ora-paga-dopo (buy now pay later). Così, è facile perdere il conto, lasciarsi trascinare e trovarsi con più uscite che entrate.
Chi sono i sovraindebitati
I modi di districarsi esistono, ma spesso non si conoscono. Anche per questo Mc ha aperto Riparto, uno sportello tramite il quale ha aiutato 2.500 sovraindebitati da tutta Italia – tra privati e piccole imprese – a ristrutturare il proprio debito, ottenere un concordato minore, o una liquidazione controllata sul debito. Servizio che potrebbe diventare strutturale. «La buona notizia è che la riforma della direttiva Ue sul credito al consumo prevede che l’Italia si doti di un servizio di consulenza sul debito, gratuito e imparziale», aggiunge Mostaccio. Proseguendo con l’identikit si scopre che nella maggior parte dei casi non si parla di lavoratori precari o autonomi, ma di contratti a tempo indeterminato e pensionati, che ogni mese vedono arrivare in busta paga tra 900 e 1.000 euro, «magari con una cessione del quinto in corso», continua Mostaccio. E – continua – non mancano i datori di lavoro che arrivano a cedere il doppio quinto, ovvero il 40% del proprio salario.
I dati
Ci si indebita per lo più (60%) per acquistare beni mobili, spiega la Repubblica citando dati Mc. Quindi, in genere, auto, televisioni e prodotti tecnologici. Seguono a larga distanza (11%) le spese legate alla casa, come affitti o utenze, e i mutui immobiliari (10%). I principali creditori sono banche (33%), finanziarie (22%) e al terzo posto c’è lo Stato con l’Agenzia delle entrate (20%). Se si aggiunge che gli abbonamenti per Netflix, Amazon, cellulari e simili possono togliere fino a 100 euro al mese, e che le commissioni per chi ritarda i pagamenti di un buy now pay later possono arrivare al 25%, ci si accorge di quanto sia semplice trovarsi in condizione di sovraindebitamento.
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