Roma, Padova e Verona: le città dei sindaci che si ribellano al governo e riconoscono i figli delle coppie omogenitoriali
Padova, Roma, Verona. Dopo Milano anche altre città prendono le difese dei figli delle coppie omogenitoriali. Il primo a schierarsi contrario è stato Beppe Sala. Il sindaco del capoluogo lombardo ha detto chiaramente di non essere d’accordo con la decisione del ministero dell’Interno di Interno di interrompere la trascrizione degli atti di nascita delle famiglie dei figli di coppie omogenitoriali. A quella del primo cittadino meneghino, si sono aggiunte le voci di tanti altri omologhi in giro per l’Italia. Oltre alla bacchettata dell’Ue, che ha ricordato all’esecutivo che tutti i Paesi dell’Unione devono riconoscere i diritti dei figli delle coppie omosessuali. Sergio Giordani, Roberto Gualtieri e Damiano Tommasi sono solo alcuni tra i sindaci che disobbediscono ai prefetti e continuano ad affidarsi al cercato di filiazione europeo.
Gualtieri: «Continueremo con le trascrizioni»
Il primo cittadino della capitale ha reso nota la linea che intende seguire, e non è la stessa del ministro Matteo Piantedosi. Il Campidoglio vuole ergersi a guida per fare sì che le trascrizioni continuino in tutta Italia e non diventino casi isolati, bensì gesti politici. Quella di Milano è stata sabato della scorsa settimana, ma ieri si sono tenute manifestazioni anche a Genova, Palermo e Catania. Oggi a Roma. «Roma Capitale procederà alla trascrizione integrale dei certificati di nascita costituiti all’estero con due mamme, fattispecie per la quale riteniamo l’indirizzo della giurisprudenza molto chiaro», ha dichiarato Gualtieri citato da La Stampa. Mantenendosi comunque piuttosto cauto: «In queste settimane ho portato avanti il dialogo con molti sindaci del nostro Paese e ci sentiremo ancora all’inizio della prossima settimana per fare insieme un punto finale sulle possibili iniziative da intraprendere collettivamente nell’esclusivo interesse dei minori a partire dal tema degli ostacoli alla trascrizione e alla registrazione dei figli di coppie di donne, non riconducibili a una Gestazione per altri, chiaramente esclusa dalla legge e che nessuno sta chiedendo di legalizzare».
In Emilia-Romagna
Tra le grandi città, si inseriscono anche comuni più piccoli, come San Lazzaro di Savena e Santarcangelo di Romagna. «Continuerò a riconoscere i figli delle coppie omogenitoriali – afferma Isabella Conti, sindaca di San Lazzaro – non solo i figli delle coppie composte da due mamme ma anche i figli di quelle composte da due papà, lo faccio perché come sindaca sono la massima autorità sanitaria nel mio Comune, quindi spetta a me la tutela del benessere dei bambini, che viene prima di tutto». Le fa eco la compagna di regione, Alice Parma: «Non credo che ci siano le condizioni per interrompere il riconoscimento di un diritto che prima di tutto è del fanciullo, come è sancito dalla Convenzione europea dei diritti del fanciullo e soprattutto dall’ordinamento internazionale e dalla Convenzione di New York».
Verona e Padova
Anche il sindaco di Verona Damiano Tommasi ha preso la sua posizione, «nel modo più lineare possibile sapendo che c’è un vuoto normativo che va colmato» e aggiunge di essersi confrontato «più volte anche con il sindaco Giordani, con il sindaco Sala». Qualche giorno fa era arrivata anche la dichiarazione del sindaco di Padova Giordani: «Come sindaco, ben lontano dal farne una questione ideologica o di parte, ho il dovere di tutelare anzitutto gli interessi preminenti delle bambine e dei bambini». Per il sindaco di Padova, non è possibile «immaginare di negare atti amministrativi che mi competono come ufficiale di Stato Civile».
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