Giunta delle elezioni, la maggioranza prova a cambiare le regole del voto del 25 settembre: vuole strappare l’uninominale in Calabria alla grillina Orrico
All’inizio di ogni legislatura, la giunta delle Elezioni della Camera prova a darsi delle regole prima di riconteggiare le schede contestate e per le quali presentano ricorso i mancati deputati. Il centrodestra, in giunta – che rispecchia le proporzioni del numero di parlamentari di ogni gruppo -, sembra intenzionato a forzare la mano per approvare un vademecum che possa avvantaggiare i suoi esponenti non eletti. In realtà, un tentativo di mediazione con i membri dell’opposizione c’è stato. Federico Fornaro del Partito democratico, che è presidente della giunta, è stato interessato dalla maggioranza per imbastire un coinvolgimento generale sugli emendamenti: il 28 marzo, a mezzogiorno, scade il termine di presentazione delle proposte di modifica al testo “sui criteri per la valutazione di validità o nullità dei voti”. Ma dopo alcune aperture, pare che centrodestra e centrosinistra andranno alla conta. La maggioranza ha i numeri in giunta per intervenire sull’interpretazione delle schede e strappare un seggio in più ai rivali. Lo farà, con o senza un appoggio trasversale. D’altronde, nel 2018, anche i 5 stelle, membri del gruppo più folto negli organi parlamentari, spinsero affinché al gioco elettorale si applicassero le proprie regole.
L’operazione del centrodestra e i limiti della sua proposta
Secondo le indicazioni standard del Viminale, se una scheda ha una “x” che ricopre i simboli di due liste, o addirittura riporta due segni diversi che esprimono preferenze per due liste e non una, la scheda deve ritenersi nulla. Nel suo insieme, tanto per il voto del proporzionale quanto per quello relativo al candidato uninominale. Il blitz della maggioranza punta a salvare almeno l’indicazione dell’uninominale per quelle schede che, al momento, risultano annullate. Come? Appellandosi al principio del favor voti, secondo cui l’intenzione dell’elettore va salvaguardata il più possibile se è desumibile la sua volontà. Dunque, se i segni della scheda ricoprono i simboli di due partiti che, però, fanno parte della stessa coalizione, il centrodestra vorrebbe far includere nel riconteggio i voti per il candidato uninominale di quel gruppo di liste. Che è unico, intendendo perciò che all’elettore quantomeno vada riconosciuto l’indirizzo di voto per la coalizione. Chi si oppone a questa interpretazione, tuttavia, sostiene che una scheda non si possa considerare valida solo parzialmente. Altro tema è la ripartizione pro quota del voto uninominale, che rischia di innescare un effetto flipper sui collegi proporzionali, riscrivendo il risultato elettorale nei territori più disparati. Per evitare questo problema, tra le proposte di emendamenti che circolano nel centrodestra, si prevederebbe una sorta di blocco che farebbe accogliere sì nuove schede per l’uninominale, ma senza che esse vadano a incidere sull’esito dei proporzionali.
Possibile ribaltone in Calabria
Se la maggioranza riuscisse a far approvare la sua linea interpretativa in giunta, la lista più svantaggiata risulterebbe quella del Movimento 5 stelle. Correndo in solitaria, infatti, gli elettori del partito di Giuseppe Conte non possono essere incappati nell’errore di barrare due simboli diversi di una stessa coalizione. Chi scalpita affinché la proposta del centrodestra passi, invece, è il candidato forzista Andrea Gentile. È un figlio d’arte della politica: suo padre, Antonio, è stato più volte sottosegretario e senatore per quattro legislature, mentre suo zio, Pino, è stato sindaco di Cosenza e consigliere regionale della Calabria per sette legislature di fila. Tornando ad Andrea, nel 2018 viene candidato da Forza Italia nel collegio uninominale Calabria – 01 (Castrovillari). Arriva secondo, dietro al candidato grillino Massimo Misiti, risultando non eletto. Nel 2022 ci riprova. Questa volta le previsioni della vigilia gli attribuiscono una vittoria certa. Corre per il collegio uninominale Calabria – 02 (Cosenza). A sbarrargli la porta di Montecitorio è ancora una volta una candidata dei 5 stelle, Anna Laura Orrico: l’exploit del partito di Conte nel territorio, combinato a un risultato deludente del centrosinistra e a un centrodestra che non è travolgente come nelle altre province calabresi, portano Orrico a prevalere sul forzista per circa 400 schede. Un numero minimo: se nella giunta delle Elezioni della Camera passerà la chiave interpretativa del centrodestra, il riconteggio potrebbe portare Gentile a scalzare Orrico.
Leggi anche:
- Giallo sulle spese elettorali di Giorgia Meloni. Deposita due rendiconti, ma le cifre sono diverse fra loro
- I sospetti sul voto all’estero per le Politiche 2022, i conti non tornano: l’indagine sui tanti voti dei centenari
- Cosa farà Di Maio dopo la disfatta: l’addio ai social, il partito dei sindaci e l’assessore con De Luca (smentito)
- +Europa: «I soldi da Soros? Contributi diretti e pubblici. Calenda vaneggia, forse ha cambiato idea per i suoi finanziatori»
- Calenda contro Bonino: «Soros ha dato un milione e mezzo a +Europa». La precisazione di Della Vedova