Cibo, videogiochi e social: l’allarme Iss sulle dipendenze per 2 milioni di adolescenti
Dal cibo, dai videogiochi, dai social, dalla paura dei rapporti sociali: quasi 2 milioni di adolescenti oggi in Italia soffrono di una dipendenza comportamentale. A rilevarlo è lo studio Dipendenze comportamentali nella Generazione Z frutto del lavoro di ricerca condotto dal Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità presentato poche ore fa. 1,2 milioni di adolescenti è dipendete dal cibo, quasi 500mila da videogiochi, circa 100mila dai social media. Oltre 65mila poi i ragazzi che fuggono dai rapporti sociali, il cosiddetto Hikikomori. Questi i numeri dello studio condotto nell’autunno del 2022, realizzato con EXPLORA Addiction Research Division, e che ha coinvolto più di 8.700 studenti tra gli 11 e i 17 anni e 1.044 genitori. Un’indagine che secondo quanto spiegano gli esperti ha focalizzato l’attenzione anche sulle caratteristiche dei ragazzi con un profilo di rischio, «tratti di personalità; dimensione relazionale; contesto famigliare, scolastico e sociale; qualità del sonno», e comportamenti legati all’utilizzo di internet, «quali sfide social (social challenges), doxing, sexting e morphing». Un focus di interesse è stato anche lo studio delle competenze genitoriali e il confronto tra i profili emotivi e comportamentali autodichiarati dai ragazzi con quelli riportati dai genitori.
Dipendenti dal cibo
È quella dal cibo la dipendenza più diffusa: il rischio di food addiction coinvolge 1.152.000 studenti tra gli 11 e i 17 anni, la gran parte femmine, 271.773 delle scuole medie e 485.413 delle superiori. Quasi 1 su 10 presenta un rischio grave. Tra questi, nella fascia di età 11-13 anni, il rischio di soffrire di depressione moderatamente grave è 11,62 volte più alto, 6,55 volte di presentare una depressione moderata; 4,43 volte di presentare ansia moderata e 2,39 volte di avere depressione lieve.
La dipendenza da gaming
Tra i comportamenti a rischio dipendenza, il gaming è al secondo posto e riguarda il 12% degli studenti. In questo caso, il fenomeno è soprattutto maschile: il genere maschile è il più colpito, con la percentuale che arriva al 18% negli studenti maschi delle secondarie di primo grado e al 13,8% negli studenti delle superiori (contro il 10,8% nelle scuole medie e il 5,5% nelle scuole superiori per le femmine). Rispetto all’età, la percentuale di rischio maggiore si rileva nelle scuole medie con il 14,3% dei ragazzi a rischio, mentre il dato scende al 10,2% alle superiori. I fattori associati sono la depressione moderatamente grave o grave, con un rischio di 5,54 volte maggiore nei ragazzi di 11-13 anni e 3,49 nei ragazzi 14-17 anni e un’ansia sociale grave o molto grave, con un rischio di 3,65 volte maggiore rispetto alla media nei ragazzi di 11-13 anni e 5,80 nei ragazzi 14-17 anni.
La dipendenza da social e Hikikomori
Un ragazzo su 40 (il 2,5%) ha un comportamento compatibile con la dipendenza da social media; la percentuale è più alta nelle ragazze tra i 14 e i 17 anni, che, insieme alla dipendenza, presentano un rischio 10,2 volte più alto di soffrire di ansia sociale grave o molto grave e 5,5 volte più alto di avere un carattere di alta impulsività. Anche se i numeri sono più contenuti, preoccupa il fenomeno dell’isolamento sociale (o Hikikomori). Gli studenti di 11-13 anni che hanno indicato di essersi isolati tutti i giorni negli ultimi 6 mesi sono stati circa 30.175), mentre la percentuale degli studenti 14-17 anni è del 1,6% (circa 35.792). L’età più critica risulta essere quella dei 13 anni.
Il focus sui genitori
Il report affronta anche il ruolo genitoriale nei confronti delle dipendenze comportamentali portate alla luce. La mancanza di comunicazione è uno dei tratti che più accomuna i ragazzi a rischio. Segnala difficoltà comunicative con i genitori il 75,9% degli 11-13enni con un rischio di social media addiction, il 58,6% dei ragazzi con dipendenza da videogiochi, il 68,5% di quelli che soffrono di una dipendenza grave da cibo e il 77,7% dei ragazzi delle scuole superiori con una tendenza rischiosa al ritiro sociale. Oltre ai problemi di comunicazione, lo studio mette in luce la difficoltà dei genitori di percepire i comportamenti a rischio dei figli, con atteggiamenti che oscillano dalla scarsa attenzione all’eccessiva preoccupazione. Tra i genitori che non notano nei figli problemi con i videogiochi, c’è un 8,6% che ha un figlio con rischio di gaming addiction. Anche tra i genitori che dichiarano di «non osservare comportamenti di assunzione incontrollata di cibi poco salutari nei loro figli» si ritrova quasi un 20% di ragazzi con dipendenza da cibo, nel 5,2% dei casi grave. Allo stesso modo, nel 75,9% dei genitori che indica una preoccupazione per i comportamenti del figlio legati al gaming, lo studio non ha rilevato nessuna dipendenza. Mentre tra i genitori che dichiarano un’ «assunzione incontrollata di cibi non salutari» da parte dei figli, il 55,8% dei ragazzi non presenta nessun rischio di food addiction.
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