La rivolta interna dietro l’addio di Conte, gli allenamenti da incubo al Tottenham: «2 km di corsa prima delle partite…». Quella volta che chiuse tutti a chiave
Dopo l’addio di Antonio Conte al Tottenham emergono alcuni episodi che raccontano quanto il rapporto tra il tecnico leccese e il club si era ormai usurato. Come racconta il Daily Mail, l’allenatore non avrebbe mai perso occasione di martellare i suoi giocatori per spingerli a dare il massimo, ma la sua ambizione a raggiungere risultati fino a quel momento lontani per il club si è scontrata con la convinzione per l’ambiente degli Spurs che fosse meglio accontentarsi, considerando tutto sommato un quarto posto in campionato già un traguardo più che dignitoso. E mentre già a gennaio i vertici del Tottenham avevano già deciso di mandarlo via, Conte le avrebbe provate tutte per scuotere lo spogliatoio. Proprio alla fine di gennaio, dopo una lunga striscia di risultati negativi, con una sola vittoria in cinque partite, Conte si era lanciato in un tentativo estremo. Riunita tutta la squadra al centro di allenamento a Enfield, appena è entrato l’ultimo giocatore, lui è uscito dallo spogliatoio e ha chiuso a chiave i giocatori dopo averli invitati a confrontarsi tra loro per trovare una soluzione a quelle continue figuracce.
Quella riunione però è stata un boomerang: Kane e compagni hanno puntato il dito contro l’allenatore e la sua tattica considerata troppo difensiva e rigida, chiedendogli quindi di cambiare i suoi schemi per un gioco più offensivo. Da quel momento, il Tottenham ha vinto cinque partite delle sei successive partite tra Premier e coppa nazionale, unica sconfitta quella contro il Milan in Champions. Finché poi il 1° marzo non è arrivata l’eliminazione dalla FA cup contro lo Sheffield United, facendo partire una slavina con un’altra sconfitta in campionato e l’addio alla Champions. La fiducia nel tecnico era comunque già ai minimi termini. Complice la durezza dei suoi allenamenti, come quell’abitudine che Conte aveva di far correre la squadra per due chilometri prima di ogni partita. Secondo il Daily, i giocatori non si lamentavano direttamente con l’allenatore, ma nello spogliatoio il malumore cresceva: «Allenamenti uguali ogni giorno – dice una fonte anonima citata dal tabloid – tattiche uguali ogni giorno».
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