Meta, la rottura sui diritti musicali per una richiesta astronomica della Siae: «Volevano il 310% in più per il rinnovo, trattativa impossibile»
C’era una ragione prettamente economica, dietro la rottura tra Siae sul rinnovo delle licenze d’uso di brani musicali musica sulle piattaforme social di casa Zuckerberg. Così ha rivelato questa mattina in audizione alla Camera Angelo Mazzetti, responsabile affari istituzionali dell’azienda-madre di Whatsapp, Facebook e Instagram. Nel corso del suo intervento, Mazzetti ha sottolineato che la società «non ha deciso di interrompere le trattative unilateralmente», come avevano sostenuto i rappresentanti della Siae. La licenza per l’uso delle opere presenti nel catalogo di Siae è scaduta il 15 dicembre 2022. Le trattative per il rinnovo dell’accordo sono iniziate già nell’agosto 2022. Ma alla base dello strappo, come spiegato da Mazzetti in audizione alla Camera, è stato «l’importo richiesto da Siae, che inizialmente è stata di 4 volte superiore all’importo concordato fino al 2022 senza che venisse fornita alcuna motivazione mentre i diritti di licenza erano sostanzialmente di gli stessi». Il rappresentante di Meta ha spiegato che l’azienda di Menlo Park «ha fatto il possibile per mantenere viva la negoziazione, presentato un’offerta significativamente più alta della royalty concordata con Siae fino a dicembre 2022: abbiamo progressivamente aumentato la nostra offerta cercando di andare incontro alle richieste di Siae che, tuttavia, si è rifiutata di accettare qualsiasi offerta inferiore a un aumento del +310%». Da qui la chiusura senza successo della trattativa, dal momento che l’azienda di Zuckerberg «non è disposta a chiudere accordi irragionevoli da un punto di vista economico e di mercato».
Meta: «Catalogo Siae rimosso per rispetto proprietà intellettuale»
Quanto alle ragioni che hanno portato alla rimozione del catalogo Siae dalle library di Meta, Mazzetti ha specificato che« l’assenza della musica è dovuta al rifiuto di Siae di accettare una proroga dell’accordo precedente per continuare le negoziazioni. Non potevamo tollerare l’utilizzo del repertorio Siae senza una licenza in essere, quindi senza il consenso e la remunerazione degli autori. Abbiamo disabilitato le musiche del repertorio Siae proprio per tutelare i diritti degli artisti in tutta Italia». E infine Mazzetti ha sottolineato come sia una priorità di Meta il rispetto della proprietà intellettuale degli autori: «Abbiamo accordi con tutti i principali titolari di diritti in Italia e all’estero (risale solo a ieri l’annuncio dell’accordo tra Meta e RTI-Mediaset contro la pirateria online, ndr). Tutti questi accordi sono stati rinnovati dopo l’entrata in vigore della direttiva copyright. Se abbiamo rimosso il catalogo Siae è proprio per rispetto della proprietà intellettuale».
La risposta di Siae
Riportiamo di seguito la replica a Meta del presidente di Siae, Salvo Nastasi:
«La dichiarazione di Meta che – Siae si è rifiutata di accettare qualsiasi offerta che fosse inferiore ad un aumento del 310% rispetto all’accordo del 2022- è semplicemente falsa. Come detto nella nostra audizione, che in maniera trasparente abbiamo deciso di rendere pubblica a differenza di Meta, la nuova licenza non è comparabile a quella siglata nel 2020 e qualsiasi raffronto in percentuali è semplicemente pretestuoso. Meta si chiamava Facebook, non voleva occuparsi di Metaverso e i suoi ricavi e sfruttamenti del nostro repertorio non erano minimamente paragonabili a quelli attuali. Oltre a questo, la dichiarazione è falsa e pretestuosa in quanto SIAE non ha mai dato un ultimatum a Meta come fatto da quest’ultima e non abbiamo mai detto che la nostra ultima offerta sia il minimo che saremmo disponibili ad accettare. Quella che vuole imporre un proprio valore e che ha interrotto la negoziazione, creando le condizioni per la situazione attuale è e rimane unicamente Meta».
«Sempre come dichiarato durante la nostra audizione, molti contenuti tutelati dalla SIAE sono ancora presenti sulla piattaforma. La scelta unilaterale di Meta di non rendere disponibili parte dei nostri contenuti in Italia è un’azione volta a generare pressione e a costringerci ad accettare la loro offerta. Ne è dimostrazione il fatto, anche questo dichiarato pubblicamente, che i nostri contenuti sono ancora presenti negli oltre 100 paesi coperti (tra cui tutti quelli europei) dalla nostra vecchia licenza con Meta, scaduta nel 2022. L’assenza della nostra musica, o parte di essa, dalle piattaforme in Italia è quindi legata a una decisione unilaterale di Meta. Legare questa situazione a un rifiuto da parte della SIAE è totalmente pretestuoso, poiché la situazione attuale è sostanzialmente la stessa del 17 dicembre 2022, ed è quindi evidente che l’assenza di parte dei contenuti sia unicamente attribuibile alla nuova posizione assunta da Meta a partire dalla metà di marzo».
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