Arrestato a Minsk Alexey Moskalyo, il padre della dodicenne no-war sfuggito alla condanna di Putin
Prima la condanna (assurda), poi la fuga e infine l’arresto. Alexey Moskalyo, il cittadino russo fuggito dai domiciliari dopo esser stato condannato a due anni con l’accusa di aver screditato la Russia sui social network, sarebbe stato arrestato a Minsk, in Bielorussia. A riportarlo è il Guardian che precisa, inoltre, come l’indagine a suo carico sia stata sollecitata dal disegno contro la guerra in Ucraina di sua figlia, Masha Moskaleva. Moskalyo è stato separato dalla giovane di 13 anni da quando è stato messo agli arresti domiciliari; l’adolescente è stata invece trasferita in una struttura «per la riabilitazione sociale» per le sue posizioni no-war. Durante una lezione d’arte di inizio marzo, infatti, l’insegnante ha chiesto agli alunni di esprimersi in sostegno delle truppe di Mosca. Masha, però, ha disegnato sopra la bandiera ucraina Io sono contro la guerra. Un gesto, questo, che non è piaciuto piaciuto alla Commissione per le questioni minorili nella regione di Tula che, avvertita dalla scuola di Masha, ha deciso di aprire un fascicolo per limitare i diritti genitoriali del padre. In sostanza accusavano Moskalyo di non essere in grado di prendersi cura adeguatamente della figlia. Proprio ieri, la figlia Masha, che adesso si trova in un orfanotrofio, aveva scritto una lettera pubblica a suo padre: «Ciao papà, ti chiedo di non ammalarti e di non preoccuparti. A me va tutto bene, ti amo moltissimo e so che non devi incolparti di nulla, io sono sempre dalla tua parte e tutto ciò che fai è giusto». Nonostante non ci sia (ancora) una conferma ufficiale da parte dei legali, Moskalyo si troverebbe ora “nelle mani” di Aleksandr Lukashenko.
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