Mentre era in onda Sanremo Chiara Ferragni si è fatta la holding. E ha copiato il modello da quello ideato dalla suocera per Fedez
Fra l’ultima settimana di gennaio e metà febbraio – proprio durante il Festival di Sanremo – Chiara Ferragni ha deciso di mettere ordine nel suo piccolo gruppo imprenditoriale creandosi una sorta di capogruppo holding sotto cui inserire le varie attività possedute. Il modello è simile a quello messo in piedi dalla suocera Annamaria Berrinzaghi con le società del figlio Fedez. Se nella ragnatela delle società del cantante in testa c’è la Zedef, la Ferragni ha scelto di mettere in cima al suo gruppo una società interamente controllata, la Sisterhood srl. Alla immediata vigilia del Festival di Sanremo Chiara ha sottoscritto un aumento di capitale della sua società facendolo passare da 20 a 30 mila euro nominali. Il sovraprezzo stabilito con perizia per quelle 10 mila azioni nuove è stato di 1.127.545,50 euro. Ma di quella somma la Ferragni non ha versato nemmeno un centesimo, scegliendo di apportare alla Sisterhood la partecipazione da lei personalmente detenuta in un’altra società, la Fenice srl, di cui Chiara è amministratore delegato.
Con l’operazione fatta la Sisterhood che già deteneva il 100% del capitale di un’altra società della Ferragni, la Tbs crew srl, si è trasformata di fatto nella vera holding del gruppo con tutti i vantaggi e le semplificazioni fiscali che questo comporta. Il gruppo così costituito ha la gestione del brand “Ferragni” in tutte le sue forme, dai marchi commerciali lanciati ai diritti di immagine della stessa influencer, alla gestione digitale della rete di commercializzazione, alla produzione in proprio ew per conto terzi di “sfilate di moda, spettacolo, programmi musicali, radiofonici, televisivi, cinematografici, teatrali, films, documentari e tutto quanto possa essere adatto anche alle trasmissioni a mezzo di Internet, di strumenti telematici, radiodiffusioni e telediffusioni”.
Il gruppo è attivo anche nella gestione immobiliare, nell’attività di pubbliche relazioni, nella organizzazione di campagne pubblicitarie, nella consulenza in campo della moda e nella attività editoriale in generale “con espressa esclusione di quella di quotidiani, periodici e riviste”. Il gruppo così consolidato ha un fatturato che negli ultimi anni è oscillato fra 20 e 25 milioni di euro, e che potrebbe fare un ulteriore balzo in avanti quando usciranno i dati ufficiali 2022, al momento non ancora pubblicati.
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