Giorgia Meloni: «Sull’immigrazione non cederemo all’ideologia della resa»
«Non ho nessuna intenzione di cedere all’ideologia della resa che ci aveva reso succubi in Europa sui migranti». Giorgia Meloni parla di immigrazione nell’intervista a Il Piccolo di Trieste ripresa oggi da La Stampa. Ma nel colloquio con Diego D’Amelio il discorso finisce anche sull’autonomia differenziata, sulla politica economica e sull’Ucraina. Oggi la premier sarà a Trieste e Udine per sostenere la candidatura di Massimiliano Fedriga e del centrodestra. Per Meloni questo è «un tema cruciale per il futuro della nazione». E secondo l’inquilina di Palazzo Chigi «l’emergenza del fronte Sud, quello del Mediterraneo centrale e orientale, è sotto gli occhi di chi vuol vedere. Ma il nostro approccio al problema dell’immigrazione illegale è chiaro. Gli ingressi clandestini in Italia sono un danno prima di tutto per chi cerca un nuovo inizio nella nostra nazione, rispettando la legge».
La condizione essenziale
Per Meloni questa è la «condizione essenziale. Tutto il resto è una conseguenza. Dunque il Friuli Venezia Giulia deve poter contare su frontiere sicure, immigrazione regolata e gestita secondo i bisogni dei territori, delle popolazioni, delle imprese. Il nostro negoziato con l’Unione europea è all’inizio e sta già dando i suoi frutti. Sono stati fatti passi avanti impensabili. Ho fiducia e non ho nessuna intenzione di cedere all’ideologia della resa che ci aveva reso succubi in Europa su un tema cruciale per il futuro della nazione». Sulla politica economica la premier esordisce sostenendo che «la Legge di Bilancio ha superato benissimo la prova dell’Unione europea e dei mercati, lo spread tra Btp e Bund è a 180 punti base, il nostro sistema bancario è affidabile».
Il reddito e il superbonus
Poi se la prende con la «serie di “sorprese” che abbiamo trovato al nostro arrivo a Palazzo Chigi, con lo Stato trasformato in un bancomat per pagare il reddito di cittadinanza ai troppi che non ne hanno diritto. E un Superbonus sulle ristrutturazioni edilizie che troppo spesso era un abuso o una truffa a danno dei contribuenti onesti che ora si ritrovano sulle spalle un fardello di 2 mila euro a testa. Sono state scelte irresponsabili, le abbiamo ereditate, stiamo voltando pagina». Ma adesso, sostiene Meloni, il vento è cambiato: «Abbiamo tutelato i contribuenti, protetto il risparmio, rassicurato chi compra e vende i nostri titoli di Stato. Si guardi intorno, allunghi lo sguardo in Europa, l’Italia in questo momento è una nazione che è un esempio di stabilità».
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