Così Ford investe nell’auto elettrica insieme alla Cina (ma rischia di perdere i sussidi di Biden)
La casa d’auto americana Ford ha annunciato l’intenzione di investire in un impianto di materiali per batterie da 4,5 miliardi di dollari in Indonesia insieme a un gruppo di nazionalità cinese. Sempre che Washington glielo permetta. Il Financial Times scrive che Ford è in affari a Pomalaa insieme alla cinese Huayou Colbalt e all’azienda mineraria brasiliana Vale: l’obiettivo è di fornire il nickel necessario per produrre due milioni di veicoli elettrici l’anno. L’investimento segue l’annuncio di Ford, che nel mese scorso ha concesso alla cinese Catl, più grande produttore di batterie del mondo, in licenza la sua tecnologia. L’idea di Ford di stringere i legami con la Cina arriva mentre il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha varato un piano da 369 miliardi di dollari di incentivi e sussidi fiscali per dare all’America la leadership nella corsa globale all’energia pulita.
I sussidi
Con l’Inflation Reduction Act i consumatori possono beneficiare di crediti d’imposta fino a 7.500 dollari sull’acquisto di veicoli elettrici, a patto che siano stati costruiti senza usare componenti o materie prime provenienti da paesi esteri sotto la lente come la Cina. Il Tesoro degli Stati Uniti dovrebbe chiarire prossimamnete i requisiti di ammissibilità per garantire i crediti d’imposta al consumo per i veicoli elettrici, che vengono concessi se una certa quantità di materie prime o componenti nelle batterie proviene dagli Stati Uniti o dai paesi partner del libero scambio. Il minor costo di produzione raggiunto attraverso i partner cinesi rappresenta una scommessa di Ford. Che così potrà vendere veicoli elettrici a un prezzo inferiore rispetto ai concorrenti. Anche se questo significa rinunciare ad alcuni o a tutti i sussidi.
La Cina
I parlamentari Usa hanno criticato Ford. Il senatore repubblicano della Florida Marco Rubio ha presentato un disegno di legge che rende illegale il credito d’imposta per i veicoli elettrici che usano batterie che saranno prodotte in uno stabilimento del Michigan con tecnologia cinese. Il nichel proveniente dall’Indonesia, che detiene le maggiori riserve al mondo, si è rivelato difficile da usare per le case automobilistiche occidentali. La maggior parte della produzione del paese è controllata da società cinesi e genera grandi quantità di emissioni di carbonio rispetto a fornitori alternativi come il Canada o l’Australia.
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