Il peggioramento del figlio, le frasi farneticanti, i lutti: chi era Carlo Vicentini e perché ha ucciso la sua famiglia
Carlo Vicentini, urologo 70enne, ex primario, docente universitario, professionista impeccabile, due notti fa ha deciso di uccidere tutta la sua famiglia. La moglie Carla di 63 anni, ex impiegata all’Asl dell’Aquila, i due figli Massimo di 43 e Alessandra di 36, nutrizionista all’ospedale di Teramo. Poi si è tolto la vita. Secondo la prima ricostruzione l’omicidio è avvenuto in mattinata. E l’uomo avrebbe lasciato un biglietto con frasi farneticanti per spiegare il gesto. Alla base in primo luogo la condizione, grave, del figlio Massimo. Malato di una dna distrofia progressivamente invalidante che lo costringeva sulla sedia a rotelle, con l’ausilio di un respiratore e tutto il corollario della complessa assistenza necessaria. Nonostante questo Massimo conduceva, soprattutto grazie ai genitori, una vita molto attiva. Tanto che era riuscito a laurearsi ed era impegnato in molti ambiti, compreso quello sportivo.
Il peggioramento del figlio
Le sue condizioni, però, erano peggiorate: a gennaio c’era stato un lungo ricovero. E, a detta delle persone più vicine alla famiglia, suo padre era terrorizzato dall’idea di poterlo perdere. Poi c’è l’aspetto professionale. Vicentini era andato in pensione da un paio di mesi e a gennaio aveva sospeso anche la sua attività di docente universitario all’Aquila. Continuava la professione privatamente nello studio al piano interrato della sua villetta gialla nella frazione di Tempera, ma ovviamente nulla di paragonabile con la vita frenetica in ospedale, a Teramo, che in qualche modo riusciva anche ad allontanarlo dai problemi personali. Infine, i lutti familiari. Prima era morta la cognata sotto le macerie del sisma 2009. Poi i fratelli Gaspare e Alfonso, quest’ultimo in un incidente stradale. Evidentemente logorato da tutte queste circostanze, Carlo due notti fa è entrato prima nella camera dove dormivano Massimo e la moglie e li ha colpiti a morte.
Il mistero degli spari
Sparando con una pistola P38 che deteneva regolarmente. Poi è andato nella stanza della figlia, svegliata dal trambusto e l’ha freddata mentre era in piedi, forse solo al secondo colpo. Infine è andato nella sua camera da letto e si è ucciso. I primi riscontri evidenziano gli ultimi accessi WhatsApp della figlia Alessandra intorno alle 2 della notte tra mercoledì e giovedì. Per tutta la giornata di giovedì la villetta è rimasta chiusa e silenziosa. Intorno all’ora di pranzo di ieri, però, alcuni vicini, in possesso delle chiavi secondarie, hanno deciso di verificare, allarmati da una domestica che non riusciva ad entrare in casa. Nessuno ha sentito gli spari.