Carlo De Benedetti soffoca di abbracci Elly Schlein: «Ci liberi al più presto da questa destra di incompetenti»
Carlo De Benedetti “sposa” senza se e senza ma il nuovo segretario del Pd, Elly Schlein, e a un dibattito organizzato dalla sua testata, Il Domani, la implora: «Ci liberi al più presto da questa massa di incompetenti», attaccando senza fronzoli il governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni. L’abbraccio dell’Ingegnere a un leader Pd non sorprende: è avvenuto praticamente con chiunque si sia avvicendato alla guida del Nazareno. Per molti anni si scrisse che De Benedetti era “la tessera numero 1 del Pd”, ma si trattava di una leggenda lasciata circolare e poi smentita nel 2013, ad anni di distanza. Non sempre il suo “abbraccio” ha però portato fortuna ai leader che lo ricevevano, spesso gratificati quando la loro parabola si stava per eclissare.
«Questi sono, prima di tutto, degli incompetenti»
Nel caso della Schlein siamo appena all’inizio. Durissimo però il giudizio di De Benedetti sulla Meloni, a cui in realtà nell’autunno scorso aveva aperto una timida linea di credito. «Questa è una destra», ha detto l’Ingegnere davanti alla Schlein, «che ha una caratteristica primaria, l’incompetenza. Al di là delle posizioni che possono dividere opinioni anche molto distanti, si pretende che un numero ristretto di cittadini, chiamato a governare, porti delle competenze». L’editore del Domani ha proseguito ai limiti dell’insulto: «Questi sono, prima di tutto, degli incompetenti. Poi sono in gran parte degli ignoranti. Poi sono in gran parte delle persone che non capiscono neanche quello che dicono. Faccio solo un esempio. Quella figurina del nostro primo ministro, quando esce da una riunione a Bruxelles, dice che è soddisfatta, ma non si rende conto che la stanno a sentire anche i burocrati di Bruxelles. Se è soddisfatta, e invece sui migranti non è avvenuto nulla al Consiglio europeo, allora vuol dire che si può fare qualsiasi cosa con l’Italia. È autolesionista uscire e dirsi soddisfatti, dire che è stato un Consiglio storico, quando non ha ottenuto nulla».
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