Il maestro di religione arrestato per le «coccole» nell’asilo di Milano, il precedente due anni prima: così ha potuto lavorare ancora
Aveva avuto diversi incarichi e molto brevi l’insegnante di religione arrestato a Milano con l’accusa di aver abusato di almeno quattro bambini di cinque anni in un asilo della periferia Nord. Ed è proprio dal suo passato professionale che emergerebbero casi precedenti che potrebbero ulteriormente aggravare la sua posizione. G.P., 34 anni, originario di Bari, ottiene nella diocesi di Bari-Bitonto nel 2018 l’idoneità all’insegnamento della religione, dopo essersi laureato in Scienze religiose. Il suo nome resta nelle graduatorie fino all’anno successivo, dopo di che decide di trasferirsi al Nord. L’uomo supera con successo la procedura per inserirsi nella graduatoria dei docenti di religione nella Diocesi di Trento, quattro mesi dopo riesce anche in quella di Milano. Tra maggio e giugno 2019 ottiene il primo incarico a Cantù, in un istituto comprensivo statale. E poi a settembre 2021 passa a Milano, dove lavora in alcune scuole materne. Da una viene spostato dopo appena due mesi. In quella breve esperienza di appena 60 giorni in una asilo a Milano nel 2021 emergono i primi sospesosi sul presunto pedofilo. Alcune segnalazioni avevano parlato di atteggiamenti troppo confidenziali con alcuni bambini. Durante la pandemia Covid, il maestro si sarebbe tolto più volte la mascherina per dare loro baci e carezze. Quelle segnalazioni però non avevano portato a nessuna denuncia da parte di insegnanti e genitori. Per il maestro i baci ai bambini erano costati appena un procedimento disciplinare, finito con una sanzione finale pari a quattro ore di retribuzione. Ed è stato così che il 34enne ha potuto continuare a insegnare almeno fino a metà marzo, quando in un altro asilo milanese una maestra scopre che l’uomo ha dei comportamenti sospetti con i bambini. Ne parla con una bimba che confida alla maestra come il 34enne facesse loro le «coccole». A quel punto scatta l’allarme che arriva in procura. Gli agenti della polizia locale piazzano in classe microcamere e microfoni in attesa di un passo falso del 34enne. In pochi minuti arriva la conferma con una sequenza di azioni che non lascia dubbi aglio inquirenti.
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