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Esplosione a San Pietroburgo, il marito della donna arrestata: «È stata incastrata, non avrebbe mai ucciso nessuno»

03 Aprile 2023 - 16:07 Maria Pia Mazza
Il compagno della 26enne accusata di aver ucciso il propagandista filoputiniano e blogger militare russo Tatarsky racconta quanto spiegato dalla moglie prima dell'esplosione

«Mia moglie è stata incastrata». Sono le parole di Dmitry Rylov marito di Darya Trepova, la 26enne arrestata in seguito all’esplosione ieri in un caffé di San Pietroburgo, in cui è morto il propagandista filoputiniano e blogger militare russo Vladlen Tatarsky (il cui vero nome era Maxim Fomin), mentre si stava svolgendo un dibattito in cui il blogger era stato invitato come ospite da parte di un gruppo pro-invasione in Ucraina, il Cyber ​​Front Z. In un’intervista rilasciata alla testata indipendente russa The Insider e ripresa dalla Cnn, il marito della 26enne ha dichiarato: «Darya ha detto di essere stata incastrata, e io sono completamente d’accordo: nessuno se lo aspettava. Per quanto ne so, era necessario consegnare questa statuetta, in cui c’era qualcosa. Ne abbiamo parlato almeno due volte. Darya, in linea di principio, non è il tipo di persona che potrebbe uccidere qualcuno». Il marito della donna, che si trova all’estero, ha dichiarato che sua moglie è stata trattenuta nell’appartamento di un amico, anch’egli arrestato. «È stata davvero incastrata e usata – spiega il marito di Trepova -. Nell’ultimo giorno l’ho contattata, ma ho perso il contatto circa quattro o cinque ore fa. Sapevo solo che Darya aveva bisogno, per qualche compito o per qualche motivo, di fare qualche regalo, non sapevo nemmeno cosa. C’è un punto molto importante che mi ha ripetuto più volte: era sicura che questa cosa le avrebbe permesso l’accesso a una persona. Cioè, non era una cosa che sarebbe dovuta esplodere».

Le indagini

Dopo l’esplosione, il ministero dell’Interno russo ha aggiunto Darya Trepova nella lista dei ricercati, mentre il suo arresto è stato annunciato su Telegram dal Comitato investigativo della Russia, che ha anche accusato Kiev per quanto accaduto a San Pietroburgo: «L’esplosione è stata pianificata dai servizi segreti ucraini». L’agenzia russa Tass ha riferito che «secondo le indagini preliminari, Trepova ha consegnato a Tatarsky una statuetta contenente l’esplosivo». Secondo le ipotesi riportate da diversi media russi, Tatarsky potrebbe essere stato ucciso da un dispositivo nascosto nella statua che gli era stata regalata dalla donna.

Le accuse di Mosca contro Kiev e Navalny

Non è però la prima volta che Trepova viene arrestata, secondo quanto riferito dalla Tass. La 26enne sarebbe stata arrestata il 9 marzo 2022, nei primi giorni dopo l’inizio dell’invasione russa in Ucraina: «Trepova ha partecipato a una manifestazione non autorizzata il giorno in cui è iniziata l’operazione militare speciale in Ucraina ed è stata sottoposta ad arresto amministrativo» e condannata a 10 giorni di carcere. Quanto all’esplosione nel locale di San Pietroburgo, l’agenzia russa riferisce anche che le forze dell’ordine hanno perquisito anche la casa della 26enne, interrogando anche la madre e la sorella. Ma non solo. Secondo il Comitato nazionale antiterrorismo russo, citato dall’agenzia russa Ria Novosti, l’attentato a San Pietroburgo «è stato pianificato dai servizi segreti ucraini» con l’appoggio di «persone che collaborano con il cosiddetto Fondo anti-corruzione», riferendosi all’oppositore russo Alexei Navalny. Secondo la fonte citata dall’agenzia, Darya Trepova sarebbe «una sostenitrice attiva» dell’organizzazione di Navalny. Ivan Zhdanov, collega di lunga data di Navalny, ha replicato che l’accusa del Cremlino rappresenta un tentativo di prolungare la pena detentiva nei confronti dell’oppositore politico del presidente russo Putin: «Questa è una situazione piuttosto idiota. Confutare il fatto che l’abbiamo fatto è un’idiozia. Ovviamente, non siamo coinvolti in questo».

Le reazioni politiche

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, in conferenza stampa, ha sostenuto che dietro l’omicidio di Tatarsky ci potrebbe essere Kiev, definendo l’esplosione un «atto terroristico». Nelle scorse settimane, diversi funzionari statunitensi e ucraini hanno messo in guardia da possibili «false flag» da parte di Mosca, ossia possibili attacchi pretestuosi per alimentare l’escalation militare.

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