Il Cremlino accusa l’Ucraina dell’attentato al blogger Tatarsky: «Pianificato da Kiev con l’aiuto dei sostenitori di Navalny»
«L’attentato a San Pietroburgo è stato pianificato da Kiev». Con queste parole, il Comitato nazionale antiterrorismo russo citato dall’agenzia Ria Novosti, accusa «i servizi segreti ucraini» di esser coinvolti nell’esplosione che ha ucciso il blogger militare Maksim Fomin, meglio noto con lo pseudonimo di Vladlen Tatarsky nella città portuale russa. «Il regime di Kiev sostiene azioni terroristiche ed ecco perché l’operazione militare speciale in Ucraina viene compiuta», ha ribadito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo il quale «Il regime di Kiev è dietro l’assassinio sia di Darya Dugina (figlia 30enne del filosofo ultranazionalista russo Alexander Dugin, ndr) e molto probabilmente dietro l’assassinio di Fomin», ha concluso il funzionario russo.
Mosca: «Anche i sostenitori di Navalny coinvolti. Trepova era della stessa organizzazione»
Intanto, i servizi di sicurezza russa, citati dai media locali, hanno fermato la 26enne Darya Trepova, accusata di avere compiuto l’attentato al “Patriot Bar”, presumibilmente di proprietà del capo della Wagner Prigozhin, e luogo di ritrovo di un’organizzazione ultra-nazionalista, la Kiberfront-Z. Tuttavia, secondo Mosca, dietro la deflagrazione, oltre a Kiev, ci sarebbero anche «persone che collaborano con il cosiddetto Fondo anti-corruzione dell’oppositore di Alexei Navalny», ovvero il 46enne dissidente russo, che attualmente sconta una condanna a nove anni in una colonia penale a nord-est di Mosca. Ad affermarlo è il comitato nazionale anti-terrorismo russo secondo cui Darya Trepova sarebbe «una sostenitrice attiva» della stessa organizzazione.
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