Stadio del Milan, Giulia Ligresti in versione “eroina verde” travolge Beppe Sala: «Se ama Milano dica no a questo ecomostro»
Il clima a Milano si surriscalda. Ma non è colpa della primavera, né del climate change. A promettere di farsi infuocata è invece la battaglia politica attorno al sindaco Beppe Sala, per la delicata posizione che è chiamato ad assumere sul progetto del nuovo stadio su cui punta il Milan. La partita è di quelle strategiche per la città, a livello urbanistico, economico ed ambientale – oltre che sportivo, ovviamente. E trovare la quadra tenendo conto delle esigenze di tutti non sarà facile, per l’amministrazione di centrosinistra che governa il capoluogo lombardo. Se il progetto della demolizione e ricostruzione ex novo del “buon vecchio” San Siro pare accantonato, per il sollievo di molti, la virata dei vertici del club rossonero sull’area di La Maura pone nuovi grattacapi. Sui quali a puntare il dito con un post-fiume è oggi Giulia Ligresti, figlia di Salvatore, re della finanza anni Ottanta e Novanta, a Milano e non solo. Che in una vera e propria intemerata contro il sindaco travolge di critiche Beppe Sala per il suo possibile appoggio al progetto, accusandolo di gettare al vento le sue promesse e parole d’ordine “verdi”.
«Milano soffoca, l’aria è irrespirabile e se anche non fosse la terza città più inquinata al mondo , la situazione è allarmante», scrive Ligresti nel suo post su Instagram di risposta all’ultimo video registrato da Sala sul tema. La designer parte da una comparazione del capoluogo lombardo con altre metropoli europee per argomentare il suo attacco. «Milano ha una media di 13,8 mq di verde per abitante, contro una media di 31,5 mq delle altre città europee (Napoli ne ha 32, Roma più di 38). Non si piantano alberi perché non c’è più SUOLO disponibile e il verde rimasto è totalmente trascurato. Ieri al parco Sempione c’era spazzatura ovunque. E la sua risposta a tutto questo quale è? La sua risposta ad un inquinamento che provoca sempre più malattie respiratorie quale è?». Risposta alle domande retoriche: «“ELIMINIAMO UNA DELLE ULTIME AREE VERDI RIMASTE E COSTRUIAMO UN NUOVO STADIO NELLA PISTA IPPICA LA MAURA”», scrive Ligresti a caratteri cubitali facendo il verso a Sala. Un progetto assurdo, secondo la figlia del fu finanziere. «20 ettari di verde e suolo da sacrificare per un ecomostro che ospiterà 70.000 persone. Un’area verde adiacente al Parco di Trenno che se lo stadio si farà verrà attraversato da 70.000 tifosi, avanti e indietro, almeno due volte alla settimana. Un parco vissuto da famiglie.. bambini.. da chi ha bisogno di sentirsi circondato da un po’ di natura». La conclusione dell’accusatrice di Sala – che su Instagram si definisce “Mamma di tre figli, designer, donna” – è senz’appello. «Rispondere “prima voglio vedere il progetto” non è quello che si aspettano i suoi cittadini. Se ama questa città come la amiamo noi, deve salvarla da un CRIMINE DI NATURA come questo. Dica forte NO!!! Qualunque sia il progetto, anche fosse uno stadio tutto in cristallo, non cambierebbe il disastro ambientale e sociale che provocherebbe».
L’agguato social è servito. E potrebbe essere il primo di molti.
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