Il capo della Uefa Ceferin sull’inchiesta della Juve: «Lì era tutto sbagliato, doveva finire così. Agnelli? Nessun affetto per lui»
Il presidente della Uefa Aleksander Ceferin ha lanciato un avvertimento al Barcellona e nuove frecciate contro la Juventus, tra i due casi che più di tutti avrebbero colpito il capo del calcio europeo. In un’intervista al giornale sloveno Ekipa, Ceferin ha parlato del «Caso Negreira» come una delle situazioni «più gravi che abbiamo mai visto». L’inchiesta per corruzione che sta travolgendo il Barcellona è ormai prescritto per la giustizia sportiva spagnola: «Però sono in corso procedimenti a livello civile presso il tribunale spagnolo – ha aggiunto Ceferin – e per ciò che concerne la Uefa non c’è nulla di prescritto. Non posso dire molto altro per due ragioni, perché c’è una commissione Uefa che sta indagando sul tema e perché non conosco tutti i dettagli del caso, ma posso aggiungere che mi sono informato e la situazione è sommamente grave».
Rispetto per la Juve, meno per Agnelli
A proposito della Juve poi, Ceferin è tornato a parlare di Andrea Agnelli, con il quale i rapporti sono sempre stati burrascosi, soprattutto dopo lo scontro sulla SuperLega: «La storia dei bianconeri doveva finire come è finita. Perché tutto era sbagliato. Non ho un rapporto di affetto con Agnelli, ma vorrei sottolineare che rispetto la Juve come club e che ho molto rispetto per tutti quelli che sono coinvolti nella SuperLega in generale – ha chiarito Ceferin – Sono grandi club che racchiudono e rappresentano molto di più dei movimenti dei loro allenatori. Se un club ha un consiglio che prende decisioni sbagliate, non significa che io sia contro quel club in quanto tale, tanto meno i suoi tifosi o giocatori. Tuttavia, è interessante notare che dei tre club che si dichiarano i salvatori del calcio, uno è in procedimento penale per risanamento del proprio bilancio, e l’altro per aver trasferito denaro a uno dei i leader nell’organizzazione dell’arbitrato. Vedremo se anche il terzo ha qualcosa. Interessante vedere come salverebbero il calcio».
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