New York, Trump lascia il tribunale senza parlare, l’accusa di aver pagato due donne. Rilasciato senza restrizioni: nuova udienza il 4 dicembre – I video
L’ex presidente Usa Donald Trump ha lasciato il tribunale di Manhattan senza rilasciare dichiarazioni, dopo la prima udienza in cui sono state formalizzate le 34 accuse a suo carico per il caso Stormy Daniels. Tra questi, riporta l’emittente Usa Nbc citata dall’Ansa, ci sarebbero anche l’accusa di cospirazione e quella di aver comprato il silenzio di un’altra donna con cui aveva avuto un affaire: l’ex coniglietta di Playboy Karen McDougal, secondo le accuse del procuratore Alvin Bragg. L’ex presidente, come previsto, si è dichiarato non colpevole di tutti i capi d’accusa contestatigli. Appena prima di arrivare al tribunale dalla Trump Tower di New York, il tycoon aveva scolpito il suo giudizio sull’incriminazione: «Surreale». Lo ha scritto sul suo social Truth appena prima di entrare nell’edificio di Manhattan, riecheggiando le valutazioni veicolate già poche ore fa in modo più ampio e con toni ben più coloriti via mail e via social. «Sembra surreale, ma stanno per ARRESTARMI. Non riesco a credere che stia succedendo in America». Presentandosi in tribunale, Trump si è dunque costituito ed è ora formalmente in arresto, come ricorda a caratteri cubitali la Cnn. Che fa sapere anche che l’ex presidente avrebbe chiesto espressamente che gli sia scattata la foto segnaletica di ogni incriminato, in una mossa che pare già studiata in vista per costruire la narrazione della campagna presidenziale 2024.
Invito alla mobilitazione
L’intemerata preventiva del tycoon è arrivata di prima mattina (americana) con due messaggi inviati quasi contemporaneamente, uno a tutti i suoi followers su Truth, l’altro ai seguaci più affezionati in una mail di fundraising. «Sede molto di parte, con alcune aree in cui ha votato Repubblicano solo l’1%. Questo processo dovrebbe essere spostato nella vicina Staten Island», ha scritto Trump appena sveglio – in caratteri tutti maiuscoli – sulla sua piattaforma social preferita. Staten Island – l’unico quartiere di New York che ha votato per lui nel 2016 e nel 2020 – «sarebbe un luogo molto imparziale e sicuro per il processo», al contrario di Manhattan, s’intende. Trump ha poi lanciato nuove accuse contro Alvin Bragg, il procuratore che guida il processo. «Il faziosissimo giudice e la sua famiglia sono noti odiatori di Trump. È stato disastrosamente di parte in un caso precedente, impossibile averci a che fare durante la “caccia alle streghe”. E sua figlia ha lavorato prima per Kamala e ora poi per la campagna Biden-Harris. Un tribunale di canguri!», chiosa altisonante l’ex presidente.
Solo pochi minuti prima nelle caselle di posta di tutti i simpatizzanti del leader populista era arrivato un messaggio dal titolo ad effetto: «La mia ultima e-mail prima dell’arresto». Nel testo, Trump ha chiesto ai suoi sostenitori di «mettersi in gioco per salvare l’America» – tradotto: donare, in vista della costosa battaglia legale ma anche della corsa per le presidenziali 2024. «Oggi piangiamo la morte della giustizia in America», è la dichiarazione con cui Trump si prepara a presentarsi in tribunale. «Oggi è il giorno in cui un partito politico al potere arresta il suo principale oppositore per non aver commesso ALCUN CRIMINE». Seguono ringraziamenti per il sostegno sin qui assicurato e l’invito a procedere su questa strada, considerato che «la nostra nazione sta diventando un Paese marxista del terzo mondo che criminalizza il dissenso e imprigiona i suoi oppositori».
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