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Prato, chiedevano soldi ai proprietari dei cani abbandonati: ai domiciliari la presidente del canile municipale

05 Aprile 2023 - 18:51 Redazione
Cinque gli indagati: la procura ipotizza presunte condotte di malagestione della struttura

«Peculato, induzione indebita a dare o promettere, ricettazione e concorso in falso materiale in atto pubblico». Sono queste le ipotesi di reato contestate alla presidente dell’associazione di volontariato Qua la zampa che gestisce il canile municipale di Prato, ora ai domiciliari per presunti illeciti nella gestione della struttura anche riguardo alla custodia degli animali. Insieme a lei risultano indagati anche dei volontari, per un totale di cinque persone coinvolte. Le indagini, condotte dai carabinieri del Nas di Firenze, avrebbero fatto mergere che venivano riscossi indebitamente soldi dai proprietari dei cani vaganti e poi catturati, quando invece tale denaro sarebbe dovuto confluire nelle casse del Comune di Prato a titolo di spese per la «cattura e relativa sanzione amministrativa». Inoltre, il procuratore Giuseppe Nicolosi riferisce anche che, i Nas hanno riscontrato «l’indebita appropriazione di cani di privati con allusive prospettazioni di sanzioni non dovute», «un’ipotesi di ricettazione per l’occultamento nel canile di un cane oggetto di un’attività delittuosa», e, infine, il «concorso nella realizzazione di una falsa attestazione di riconsegna di un altro cane nell’ambito dell’anagrafe canina», che è un registro pubblico.

Il Comune, in una nota, ha spiegato che «sin dal primo momento gli uffici comunali hanno garantito massima collaborazione agli inquirenti che stanno portando avanti l’inchiesta su alcuni membri dell’associazione Qua la zampa, che ha in gestione il canile comunale», si legge nel comunicato del municipio di Prato, che spiega come l’affidamento del servizio era stato rinnovato all’associazione tramite gara a fine 2022. «La continuità del servizio – aggiunge il Comune – sarà garantita, dato che gli animali hanno necessità di assistenza quotidiana e l’associazione è chiamata a rendere conto di come intende riorganizzarsi. In base agli sviluppi dell’inchiesta potranno essere valutati i provvedimenti necessari. L’amministrazione si augura che quanto prima venga fatta chiarezza anche per tutti i membri dell’associazione stessa».

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