Alla cugina di Mara Carfagna la poltrona che scotta della fondazione MIdA dopo l’addio dell’ex deputata Pd: «Il sindaco FdI mi ha dato della zoc…»
In Campania c’è un’altra Carfagna a far parlare di sé negli ultimi giorni, ma non l’ex ministra Mara. Si tratta infatti della cugina, omonima, Maria Rosaria Carfagna, appena nominata dal governatore campano Vincenzo De Luca nuova presidente della Fondazione MIdA, che gestisce e promuove le grotte di Pertosa-Auletta. Docente di diritto al liceo Classico di Salerno, Carfagna con la cugina non si distingue solo per tinta bionda contro quella mora dell’ex ministra. Le due per anni sono state iscritte e militanti di Forza Italia, finché nel 2015 è arrivata la rottura: la Carfagna bionda è passata al Partito democratico, mentre sua cugina lascerà il partito di Silvio Berlusconi solo nel 2022 per poi diventare presidente di Azione. Tra le due i rapporti sarebbero ormai gelidi.
La missione complicata
Le grotte di Pertosa-Auletta sono un luogo affascinante dove, tra stalattiti e stalagmiti, vengono anche organizzati spettacoli teatrali, come il più recente “Ulisse: il viaggio nell’Ade”, dove gli spettatori sono completamente immersi nella rappresentazione che attraversano con le proprie gambe tra scenari infernali e oscuri. In quelle tenebre, la meno nota Carfagna ha ora il compito di riportare un po’ di luce, soprattutto dopo le burrascose dimissioni di chi l’ha preceduta. Al suo posto infatti c’era l’ex parlamentare Pd Sabrina Capozzolo, andava via sbattendo la porta con una raffica di accuse di diffamazioni e sessismo. Come ricorda il Mattino, l’ex presidente della fondazione salernitana spiegava che prima di lasciare l’incarico aveva provato a «salvaguardare il patrimonio culturale e la sua identità contro chi invece vorrebbe gestirla come fosse una grande proloco, non c’è visione, non c’è comprensione del potenziale e del valore racchiuso in questa Fondazione, che può e deve ambire a traguardi ben più alti».
I veleni contro l’ex deputata Pd
Tutto e tutti le remavano contro, compreso il Pd «che non mi ha mai difesa» ha tuonato Capozzolo. In un esposto al sindaco di Auletta, Pietro Pessolano, l’ex parlamentare dem denunciava come da quando era stata nominata «ho dovuto subire un atteggiamento di chiusura, se non addirittura di aperta ostilità solo per Il fatto di essere donna. Una mentalità che si avvale di atti esasperati di sessismo, infamante, secondo la quale noi donne siamo da considerare tutte sciocchine e dobliamo solo obbedire agli ordini che provengono da altri». Come riporta il Corriere del Mezzogiorno, già dopo il primo incontro con i sindaci di Auletta e Pertosa, Capozzolo si rende conto che tutti remano contro di lei. In particolare il sindaco Pessolano, di Fratelli d’Italia, che secondo l’ex parlamentare l’avrebbe apostrofata con un insulto: «Hanno nominato la soc… di turno». Capozzolo decide di querelare, finché a sorpresa il sindaco di Auletta lo scorso 9 febbraio in un video su Facebook tenta una difesa dal vago sapore di farsa. Oltre a contestare una cena di Natale organizzata da Capozzolo con i dipendenti, giudicandolo uno sperpero di denaro pubblico, Pessolano aggiunge che non permetterà «a nessuno di gestire il bene pubblico in modo dissonato come il famoso caso Zoccola a Salerno». Il riferimento però, per un altro strano caso di omonimie, è all’imprenditore Vittorio Zoccola, dominus delle cooperative salernitane e al centro di un’inchiesta finita con l’archiviazione.
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