Taiwan, la Cina circonda l’isola con jet e navi dopo l’incontro della presidente Tsai Ing-Wen con gli Usa
Un jet e tre navi militari cinesi. È quanto il ministero della Difesa di Taiwan ha rilevato nelle acque intorno all’isola nelle ultime 24 ore. Ieri, 5 aprile, la presidente di Taipei Tsai Ing-Wen ha incontrato a Los Angeles lo speaker della Camera americana Kevin McCarthy, provocando la furia della Cina. Che già in serata ha fatto attraversare la portaerei Shandong nel Canale di Bashi e nelle acque a sudest dell’isola, dimostrando di essere «pronta per le operazioni in mare aperto per salvaguardare la sovranità nazionale della Cina». Nella nota del ministero di Taiwan si legge che «hanno monitorato la situazione e incaricato aeronautica, marina e i sistemi missilistici terrestri di rispondere a queste attività».
I rapporti tesi
Gli Stati Uniti, intanto, hanno tentato di rassicurare sia Taipei che Pechino. Ma quest’ultimo ha chiesto fermamente agli States di fermare tutte le conferenze in quelle che la Cina considera «affari interni». E ha ribadito che l’Esercito popolare di liberazione, che «mantiene sempre un alto livello di allerta, difenderà in modo risoluto la sovranità nazionale e l’integrità territoriale». Per la Cina, la questione di Taiwan è la prima «linea rossa invalicabile» nelle relazioni cino-americane. Per la superpotenza, l’isola è territorio «inalienabile». I rapporti sono quindi fortemente tesi e gli Stati Uniti giocano un ruolo molto delicato. Il Mainland Affairs Council di Taipei, il massimo organo decisionale dell’isola sui rapporti con la Cina, ha accusato Pechino di «ostruire» il commercio e «intensificare le tensioni» nello Stretto di Taiwan.
Gli accordi di navigazione
Soprattutto con ispezioni in loco su navi mercantili e passeggeri, in base al rafforzamento dei pattugliamenti nelle acque che separano le due parti senza fornire ulteriori dettagli. «Si tratta di una chiara violazione dell’accordo di navigazione nello Stretto e della pratica marittima che avrà un grave impatto negativo sul normale traffico tra le due sponde», scrive il Council in una nota. C’è da evidenziare che nelle osservazioni pubbliche congiunte dei due leader non c’è stata alcuna menzione della Cina, ma è chiaro che i colloqui di Los Angeles hanno rappresentato una nuova sfida nelle già tese relazioni tra Washington, Pechino e Taipei.
Foto di copertina da archivio
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