Chi è Mj5, l’orso che ha aggredito l’escursionista il mese scorso e sospettato di essere dietro la morte del runner in Trentino
Potrebbe esserci l’orso Mj5 dietro la morte del runner 26enne Andrea Papi. O almeno questa è l’ipotesi sollevata dagli abitanti di Caldes in val di Sole che riferiscono di recenti avvistamenti dell’animale nella zona. Lo scorso 5 marzo ha aggredito l’escursionista Alessandro Cicolini, 39 anni, in val di Rabbi, a pochi chilometri di distanza da dove è stato trovato il corpo del runner scomparso ieri. «Vi sono state aggressioni ad animali di allevamento nell’ultimo mese, tra cui una pecora sbranata a margine dell’abitato di Caldes lo scorso 19 marzo», raccontano i residenti. «Ci sono state diverse aggressioni nella zona. Bisognava solo attendere la morte di una persona». Mj5 è un esemplare maschio di 18 anni che in passato – prima dell’aggressione al 39enne – non si era mai reso protagonista di episodi violenti di questo calibro E non aveva neanche manifestato comportamenti a rischio. L’orso è figlio di Maya e Joze, due dei primi dieci esemplari che sono stati introdotti in Trentino dalla Slovenia tra il 1999 e il 2002, ed è il secondo orso più anziano del Trentino, dietro alla femmina Kj1.
Dove si muove l’orso
Stando ai dati del Servizio Fauna della Provincia, Mj5 ha frequentato buona parte del Trentino occidentale dal 2005 al 2022, per poi arrivare occasionalmente a battere anche il territorio della provincia di Bolzano, soprattutto nel Brenta meridionale. Il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, dopo l’aggressione all’escursionista ha espresso l’esigenza di abbattere l’orso. L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale che dovrà fornire un parere (seppur non vincolante) e il ministro all’ambiente Pichetto Fratin sono informati della vicenda. Ma l’abbattimento di Mj5, che non è ancora avvenuto, ha generato diverse polemiche.
L’abbattimento
A partire dagli animalisti che si dicono totalmente contrari. Critico anche Alessandro De Guelmi, l’ex veterinario che per anni è stato responsabile della sedazione degli orsi durante le operazioni di cattura a Trento, che definisce «sbrigativo» l’ordine di abbattimento. «Perché – dichiarò poco dopo la notizia dell’aggressione al 39enne – la Provincia forse non è del tutto esente da responsabilità. Le istituzioni fanno poca informazione. Solo se hai fatto tutto ciò che era in tuo potere allora si può pensare agli abbattimenti, anche se non entro nel merito delle scelte di chi deve garantire la sicurezza delle persone».