Capannori, la storia della villa del fedelissimo di Maduro e di miss Venezuela congelata dalla Guardia di finanza
La Guardia di finanza di Lucca ha «congelato» la villa dell’Uccelliera, riconducibile a Maiker Josè Moreno Perez. Ovvero il venezuelano 57enne con un passato nei servizi segreti e considerato uno dei fedelissimi del presidente Nicolas Maduro. E per questo è finito nella blacklist di tanti Stati in giro per il mondo, mentre sulla sua testa pende anche una taglia di 5 milioni di dollari. È accusato di due omicidi e fino allo scorso anno è stato presidente della corte suprema di giustizia del Venezuela. Negli Stati Uniti lo accusano di far parte di una rete di narcotrafficanti internazionali. La proprietaria ufficiale della villa, che ha un valore di 6 milioni di euro e sorge sulle colline di Capannori, è la moglie Debora Menicucci, modella italo-venezuelana che ha vissuto la casa solo per un breve periodo. Nel 2014 è stata premiata come Miss Venezuela. Le indagini delle fiamme gialle sono iniziate quando Menicucci ha comprato la villa, nel 2016. Pagata 2 milioni e 350 mila euro, ci visse con il padre e la figlia. Ma con l’arrivo della pandemia lei è tornata in Venezuela e nella casa è rimasto solo il padre. Che poi se ne è andato e la villa è stata affittata. Ora la villa è passata all’Agenzia del demanio.
La moglie Debora
La moglie di Perez, che ha preso residenza a Capannori nel 2015, non risulta avere alcuna fonte di reddito. L’acquisto della villa era stato saldato attraverso alcuni bonifici che arrivavano da un conto corrente svizzero, intestato a una società panamense, il cui consiglio d’amministrazione era già sotto indagine dalle autorità americane. Non si sa se il ricercato sia passato in quella villa in questi anni. Quel che è certo è che il Consiglio d’Europa gli ha proibito di entrare negli stati dell’Ue e ha disposto il congelamento dei beni per interposta persona dal momento che «ha sostenuto le attività del governo che hanno compromesso la democrazia in Venezuela ed è responsabile di azioni che hanno usurpato l’autorità dell’Assemblea nazionale, tra cui la nomina del Consiglio elettorale nel giugno 2020 e la sospensione e sostituzione dei consigli direttivi di tre partiti di opposizione».
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