Silvio Berlusconi ha la leucemia mielomonocitica cronica da due anni: «Ma le cure funzionano anche sugli anziani»
La diagnosi di leucemia mielomonocitica cronica su Silvio Berlusconi risale a due anni fa. La riacutizzazione che l’ha portato al ricovero al San Raffaele invece è di qualche settimana fa. Così si è arrivati al ricovero di fine marzo. E agli esami che mostravano che «i globuli bianchi continuavano a salire» e le terapie per tenere a bada la malattia. La complicazione di un’infezione polmonare ha invece portato al ricovero. Il trattamento è effettuato con gli antibiotici. Mentre per la chemioterapia a cui si sottopone l’ex presidente del Consiglio ci vorrà qualche giorno per vederne i risultati. Ma le cure funzionano anche sugli anziani, dicono gli esperti. Gli effetti collaterali sono caduta dei capelli e nausea. Poi c’è anche l’insufficienza renale, che per ora appare sotto controllo. Ora Berlusconi è un soggetto immunodepresso. E in queste condizioni ogni complicazione può far cambiare il quadro clinico da un momento all’altro. Intanto il ministro Antonio Tajani scaccia i fantasmi del congresso di Forza Italia e assicura: «Tornerà».
La malattia del Cavaliere e le cure
A far sapere che la diagnosi dell’ex premier risale a un anno fa è l’agenzia di stampa AdnKronos. La malattia ha una prognosi migliore rispetto alla leucemia acuta perché è meno aggressiva. Livio Pagano, direttore di ematologia geriatrica del policlinico Gemelli di Roma, spiega oggi al Messaggero che si tratta di una sindrome mielodispastica. Ovvero una malattia del sangue caratterizzata dall’aumento dei monociti, una componente dei globuli bianchi prodotta dal midollo osseo. «In questo tipo di emopatie, spiega l’esperto, le sindromi mielodispastiche sono condizioni pre-leucemiche», aggiunge il professor Pagano. Quindi non ci troviamo di fronte a una forma acuta. E, soprattutto, la trasformazione non è la norma. I pazienti come Berlusconi hanno quindi di regola una prognosi migliore. Possono essere trattati con farmaci efficaci. E possono avere prospettive di lunga sopravvivenza anche se sono in un’età avanzata.
La chemioterapia
L’esperto spiega che la chemioterapia è la cura necessaria: «Si usa in genere la azacitidina, una terapia demitilante che si somministra per via sottocutanea per sette giorni al mese». Si deve poi somministrare periodicamente. L’obiettivo è portare alla guarigione il midollo osseo in tempi lunghi. Sperando che non dia tossicità. Invece in caso di leucemia acuta si usa il trattamento d’urto, quello per via endovenosa. Tra gli effetti collaterali Pagano spiega che il paziente può andare incontro all’aplasia post chemioterapica. «Si tratta di un periodo di 15 giorni durante il quale non ha difese nei confronti delle infezioni perché i globuli bianchi sono molto bassi», aggiunge il dottore. «In queste condizioni si possono sviluppare infezioni di tipo batterico o fungino», fa sapere. E il paziente può rischiare una sofferenza cardiaca e un numero crescente di episodi emorragici. Tra cui il più pericoloso è quello cerebrale. Oltre al rischio di polmoniti e sepsi.
La causa della malattia e l’insorgenza con la chemio
Pagano spiega che la causa della malattia è ancora parzialmente sconosciuta. Ma si tratta di una patologia osservata più frequentemente nei soggetti di età superiore ai 70 anni. Le comorbidità complicano la situazione. Infine, la leucemia può insorgere anche in conseguenza di un altro tumore: «Le chemioterapie possono danneggiare la cellula staminale midollare. E quindi favorire l’insorgenza di leucemie e mielodisplasie secondarie. Il tasso maggiore di emopatie maligne si osserva in pazienti che hanno avuto un trattamento per il tumore alla mammella. O per i linfomi. Ovvero patologie potenzialmente guaribili per la malattia di base», conclude il prof nel colloquio con Graziella Melina. Il professore di ematologia all’Università Federico II di Napoli Fabrizio Pane spiega invece all’agenzia di stampa Dire che nelle persone più anziane si tenta di contenere il più possibile la malattia, specialmente nei casi con iper proliferazione, «ricorrendo all’uso di prodotti citoriduttivi. In questo momento quelli più usati sono gli agenti ipometilanti, farmaci biologici di nuova concezione che in alcuni ambiti funzionano molto bene e nella fattispecie della leucemia mielomonocitica cronica molto meno bene che non in altre sindromi mielodisplastiche».
«Prognosi infausta in caso di riacutizzazione»
Il professor Claudio Cerchione, presidente della Società Italiana di Oncoematologia, dice invece a Repubblica che se il tumore si riacutizza la prognosi è infausta. «Fino ai 65 anni di età è guaribile col trapianto allogenico, da donatore, di midollo osseo. Naturalmente nel caso del presidente Berlusconi questo trapianto non è pensabile per età e comorbidità», dice a Zita Dazzi. Poi spiega: «Bisogna sperare che la leucemia cronica secondaria non si è acutizzi, perché se questo succede, purtroppo la prognosi è infausta. Ed è scarsa la risposta ai trattamenti disponibili». Secondo il professore in pratica «i tempi si accorciano perché il paziente non risponde alle cure. Obiettivo della cura della leucemia cronica con i farmaci demetilanti è proprio quella di evitare appunto la progressione della malattia. La cura definitiva sarebbe il trapianto del midollo osseo ma in un paziente anziano oltre i 65 anni non è percorribile». Per la polmonite invece «serve una terapia antibiotica specifica ad alti dosaggi con farmaci particolari che richiedono l’ospedalizzazione, sia per mettere in atto la terapia sia, per il monitoraggio delle condizioni cliniche».
La pastiglia
Il Corriere della Sera invece scrive che Berlusconi sta assumendo la chemioterapia tramite una pastiglia. Che non comporta, dice, la nausea e la caduta dei capelli. I dolori alla schiena che hanno afflitto l’ex Cavaliere invece sono una delle conseguenze della malattia. E sono legati alla leucemia anche i rischi di processi infiammatori a cascata. Come la polmonite, curata con gli antibiotici e che dovrebbe avere i primi effetti a breve. Per adesso l’ex premier rimane in terapia intensiva al padiglione Q, piano -1 del San Raffaele. In un box isolato dal passaggio degli altri malati. Fabio Ciceri, primario di ematologia della clinica, lo segue insieme al medico di fiducia Alberto Zangrillo. «Sebbene la situazione imponga la massima prudenza, l’ex premier starebbe reagendo in modo positivo alla terapia antibiotica decisa per curare la polmonite insorta negli scorsi giorni», hanno fatto sapere fonti vicine al presidente ieri all’agenzia di stampa Ansa.
La leucemia mielomonocitica (LMMC)
«In generale – sottolinea Pane – le neoplasie del sangue costituiscono circa il 15 per cento dei tumori umani, ma alcune forme possono essere particolarmente rare». La leucemia mielomonocitica cronica (LMMC), si legge sul sito dell’Associazione Italiana contro le Leucemie, è la più frequente delle sindromi mielodisplastico-mieloproliferative, ed è una malattia caratterizzata dall’aumento di una specifica popolazione di globuli bianchi: i monociti. «Questa patologia – spiegano gli scienziati – è eterogenea e compare solitamente in età avanzata e che può presentarsi in una forma displastica, in cui prevalgono anemia e neutropenia, oppure in una forma proliferativa, con un numero elevato di globuli bianchi. Vi è sempre un eccesso di monociti nel sangue e nel midollo, e un numero variabile di cellule immature».
Prognosi e diagnosi
La particolarità della forma che ha colpito Silvio Berlusconi è che la malattia è caratterizzata dall’aumento di una particolare popolazione di globuli bianchi: i monociti. Il trattamento è richiesto quando le cellule cancerose aumentano così tanto da bloccare la produzione di globuli rossi, piastrine e globuli bianchi normali da parte del midollo osseo. La prognosi associata alle neoplasie del sangue sta migliorando significativamente in tutte le fasce d’età. Le immunoterapie, i farmaci a bersaglio molecolare e gli approcci intercellulari stanno modificando la storia clinica del trattamento dei tumori. Sebbene il tasso di successo sia ancora molto variabile, queste nuove prospettive fanno davvero ben sperare.
Il futuro di Forza Italia
Intanto il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani parla del futuro di Forza Italia: «Nessuno ha mai parlato di congresso o di dopo Berlusconi. Berlusconi grazie a Dio è ancora lì, si è raccomandato di preparare le elezioni amministrative fino al giorno prima il ricovero. Queste indiscrezioni sembrano un po’ iettatorie. Voglio smentire anche di fronte agli elettori che non c’è lite, nessuno scontro, nessuno spettro di congresso. Berlusconi tornerà ad essere la guida come sempre», dice ad Agorà.
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