Mourinho, Maldini, Zidane, Ancelotti, Capello: la Uefa crea il Consiglio dei saggi per migliorare il calcio
Si riunirà per la prima volta il 24 aprile a Nyon, in Svizzera, l’Uefa football board, già ribattezzato Consiglio dei saggi, che avrà il compito di pensare a sviluppi normativi o sull’organizzazione del calcio, dal miglioramento del regolamento alla valorizzazione delle squadre giovanili. Questa nuova struttura, come spiega Marca, è stata istituita il 4 aprile scorso – il giorno prima prima del 47esimo Congresso Ordinario che ha rieletto Ceferin – dal comitato esecutivo Uefa riunito a Lisbona. Ma chi sono le personalità di spicco dell’universo calcistico che siederanno nel board? Si tratta di alcuni dei più vincenti ex giocatori e allenatori che si sono contraddistinti in carriera non solo per i trofei conquistati ma anche per il rispetto e la reputazione internazionale. A guidare il Consiglio ci sarà l’ex fantasista del Milan Zvonimir Boban, attuale direttore del settore calcio professionistico della Uefa, che avrà al suo fianco l’italiano Roberto Rosetti, capo degli arbitri dell’ente continentale. A immaginare con loro il calcio che verrà, ci saranno Zinedine Zidane, l’allenatore della Roma José Mourinho, quello del Real Madrid Carlo Ancelotti, il ct dell’Olanda Ronald Koeman, il danese Michael Laudrup, il ceco Petr Cech, i campioni del mondo tedeschi Jürgen Klinsmann, Rudi Völler e Philipp Lahm, il portoghese Luis Figo, gli italiani Paolo Maldini e Fabio Capello e il ct dell’Inghilterra Gareth Southgate.
Leggi anche:
- Il capo della Uefa Ceferin sull’inchiesta della Juve: «Lì era tutto sbagliato, doveva finire così. Agnelli? Nessun affetto per lui»
- Progetto SuperLega, l’ipotesi «radiazione» da campionato e coppe europee nelle carte della Juventus: «Non è da escludere»
- Il rilancio della SuperLega: il nuovo piano da 80 squadre per sfidare la Uefa
- SuperLega, il tribunale di Madrid: «Uefa e Fifa non ostacolino la concorrenza»
- SuperLega, per la Corte di giustizia Ue lo stop di Fifa e Uefa ai club ribelli non viola il diritto alla concorrenza