Taiwan, l’accerchiamento della Cina. Taipei: «29 caccia di Pechino nel nostro territorio»
Torna a salire la tensione tra Cina e Taiwan. Nelle scorse ore, 29 aerei militari di Pechino hanno superato la linea mediana dello stretto di Taiwan, che separa l’isola dal continente asiatico. Sono 42, secondo rilevazioni taiwanesi, i jet che girano intorno all’isola. La presidente taiwanese Tsai Ing-wen ha definito la mossa parte di un parte di un’azione di «espansionismo autoritario». Pechino, nel frattempo, sui media Statali parla di «accerchiamento totale» di Taiwan, con «pattugliamenti e avanzamenti» intorno all’isola, effettuate con lanciarazzi, cacciatorpedinieri e bombardieri dell’aeronautica. La Cina aveva annunciato tre giorni di esercitazioni militari intorno a Taiwan in seguito all’incontro di due giorni fa tra la presidente della nazione insulare Tsai Ing-wen e lo speaker della Camera Usa Kevin McCarthy tenutosi a Los Angeles. Incontro che ha scatenato l’ira di Pechino, che considera Taiwan una provincia cinese, che è intenzionata ad annettere. Ing-wen ha annunciato di voler «continuare a lavorare con gli Usa e gli altri Paesi per difendere i valori della libertà e della democrazia».
Le esercitazioni militari
Così, nella mattinata di sabato 8 aprile, quando in Italia era ancora notte, e a meno di 24 ore dal ritorno in patria di Ing-wen, l’esercito cinese ha iniziato esercitazioni militari che coinvolgono mezzi aerei «pronti al combattimento» da svolgersi «come da programma» a Nord, Sud, ed Est dell’isola. Si tratta di una reazione simile a quella avuta da Pechino lo scorso agosto, quando a recarsi a Taipei era stata l’allora speaker della Camera Nancy Pelosi. Alle esercitazioni, la repubblica di Taiwan ha fatto sapere di voler rispondere in maniera «seria, calma e razionale, senza cercare escalation», riporta il Guardian. Dal suo canto, la stampa cinese controllata dallo Stato informa la popolazione che Pechino ha una «forte capacità di spegnere ogni secessione indipendentista» che dovesse verificarsi a Taiwan.
Le reazioni
Mentre l’isola costituisce uno Stato indipendente democraticamente governato, la Cina ritiene le esercitazioni militari «un modo legittimo e legale di salvaguardare la propria sovranità nazionale e la propria integrità territoriale». Differentemente da quanto accaduto ad agosto, non è chiaro se Pechino condurrà anche esercitazioni missilistiche. Allora erano state diffuse mappe i cui venivano indicate le zone marittime adatte a essere colpite. In totale erano stati lanciati cinque missili. Nel frattempo, il presidente Xi-Jinping, reduce dell’incontro con il suo omologo francese Emmanuel Macron che gli ha chiesto intervenire per placare la azioni russe in Ucraina, attende la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen in Cina.
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