A San Francisco i robotaxi sono pronti: «Viaggi senza conducente nel 2023»
Chi dà 5 stelle a Uber quando il guidatore non spiccica una parola avrà presto pane per i propri denti. A San Francisco potrebbero presto arrivare i robotaxi. Due compagnie di auto a guida autonoma, infatti, hanno chiesto l’autorizzazione a effettuare servizio taxi nel 2023. Se dovessero ottenerla, la città californiana diventerebbe la prima metropoli statunitense dov’è possibile viaggiare senza tassista. A scommettere sulla tecnologia delle auto a guida automatica sono due compagnie, intenzionate a spodestare non solo i taxi, ma anche Uber e Lyft. Sono Cruise e Waymo – rispettivamente di General Motors e Google – e sostengono di aver raggiunto standard di sicurezza adeguati per operare sulla trafficate strade d’Oltreoceano. Ciascuna delle due flotte, infatti, ha già percorso un milione di miglia senza provocare incidenti.
I test e le richieste
Nello specifico, Cruise chiede all’authority federale di iniziare un test in tutta la California, dove le auto potrebbero sfrecciare alla velocità di 88 chilometri all’ora. Già ora, nelle ore notturne e nei quartieri meno popolosi, contesti in cui la possibilità di conflitto con altri utenti della strada è minore, la driverless di GM offre il servizio di taxi senza conducente. Waymo, invece, punta anche a Los Angeles, la seconda città del Paese per dimensioni. Entrambe le compagnie hanno effettuato test a Phoenix e sono fiduciose, ma consapevoli che il percorso sarà tortuoso. Le autorità californiane, infatti, chiedono di risolvere i problemi che hanno portato a 92 episodi di stop improvvisi delle auto di Cruise durati tra i 9 e i 18 minuti, riporta il Sole 24 Ore.
I problemi e le prove
Nonostante gli enormi passi avanti compiuti negli ultimi anni, infatti, alcuni problemi rimangono. Lo scorso febbraio due reporter dell’Associated Press hanno fatto un viaggio su una delle auto di Waymo, che, in condizioni di traffico intenso in una zona collinare di San Francisco, si è fermata all’improvviso per diversi minuti. Apparentemente senza fornire spiegazioni e dando vita a una lunga coda di mezzi con conducenti (arrabbiati) dietro di lei. A causare lo stop – hanno scoperto poi i due giornalisti – era una portiera chiusa solo parzialmente. In un’altra prova, questa volta con Cruise, l’auto si rifiutava di fermarsi alla destinazione desiderata, andando oltre nonostante vari tentativi di reimpostarla dall’app. Alla fine, il reporter ha dovuto chiamare il servizio di assistenza (umano) per far fermare la macchina. Anche in questo caso in mezzo alla strada.
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