Giallo sul lupo che aveva sbranato il pony di Ursula von der Leyen
Nessuno ne ha dato notizia ufficiale, ma nel sito Internet del ministero dell’Ambiente, della energia e della protezione del clima della Bassa Sassonia è stato pubblicato un elenco di lupi «trovati morti» in Bassa Sassonia e su cui era stata autorizzata la caccia perché troppo aggressivi e pericolosi per l’uomo. L’ultimo animale nell’elenco è il lupo GW950m, capo del branco di Burgdorf nella regione di Hannover. Un lupo suo malgrado famoso, perché è quello accusato di avere sbranato Dolly, l’amato pony di 30 anni di età del presidente della commissione europea Ursula von der Leyen nel settembre dell’anno scorso. E su cui fra mille polemiche era stata “aperta la caccia” fino al 31 gennaio scorso, quando il permesso di caccia era stato prima rinnovato poi temporaneamente congelato da un ricorso degli animalisti. Secondo le informazioni del ministero i «lupi trovati morti» vengono prelevati e «inviati all’Istituto Senckenberg di Gelnhausen, dove viene effettuata l’analisi del dna, che identifica l’animale senza alcun dubbio. La carcassa stessa viene trasferita all’Istituto Leibniz per la Ricerca sugli zoo e la fauna selvatica di Berlino ogni mese circa, insieme ai lupi uccisi in incidenti stradali, ad esempio, come parte del regolare monitoraggio degli animali morti». Non sono indicate le cause della morte che potrebbe essere anche naturale o accidentale, ma in questi casi non per la «caccia autorizzata». Resta quindi un giallo la sua fine.
Per lunghi mesi la testata Politico.eu aveva aperto nell’autunno scorso una sorta di caccia al lupo con relativo countdown. La sezione si chiamava Ursula vs. The Wolf, e sotto correvano i giorni, le ore, i minuti e i secondi che mancavano alla mezzanotte del 31 gennaio, quando la caccia avrebbe dovuto terminare. A novembre 2022 era stata anche approvata a maggioranza una risoluzione del Parlamento europeo che chiedeva alla commissione si mitigare lo stato di protezione di cui godono in tutta Europa i lupi, citando le proteste degli allevatori per i continui attacchi al loro bestiame. Contro quella decisione alla commissione era stata inviata una lettera il 31 gennaio scorso da 12 ministri dell’Ambiente della Ue per chiedere di non indebolire in alcun modo la protezione legale dei lupi.
Foto di copertina: EPA/RONALD WITTEK | L’allora ministro della Difesa tedesco von der Leyen in visita in una fattoria nel 2018
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